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HUMAN Foundation: giving and innovating

UMAN Fondation

HUMAN Foundation: giving and innovating

Al via la nuova fondazione, pensata e realizzata da Giovanna Melandri, che vuole connettere imprese e non profit per liberare risorse in favore della solidarietà

Un progetto che nasce da un’idea tutta al femminile, per favorire l’incontro tra le realtà produttive italiane e straniere e i numerosi progetti di solidarietà e di impegno già attivi o in via di realizzazione. Un progetto per realizzare la filantropia, parola antica eppure sempre nuova, quell’amore per l’uomo, ciascun uomo, tutto l’uomo, che i greci avevano codificato e consideravano una delle virtù più grandi degli esseri umani.

 

Un progetto ambizioso

UMAN Fondation, Presidente della fondazione, Giovanna Melandri

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“Ambizioso e irragionevole”: così ha provocatoriamente definito il progetto la Presidente della fondazione, Giovanna Melandri, nel corso del suo intervento durante il convegno di presentazione. Irragionevole perchè, come recita una frase di G. B. Shaw adottata dai fondatori per spiegare l’idea che vogliono promuovere, “l’uomo ragionevole adatta se stesso al mondo, quello irragionevole insiste nel cercare di cambiarlo. Così il progresso dipende dagli uomini irragionevoli”.
Un progetto nato per “indirizzare risorse private verso imprese sociali e creative, innovare con la finanza sociale, connettere l’Italia con le fondazioni filantropiche internazionali e promuovere lo sviluppo umano”, nella convinzione che non esista vera umanità senza la capacità di comprendere le sofferenze degli altri uomini e di impegnarsi per alleviarle. E ci viene in mente il poeta e commediografo latino Terenzio, che in un solo verso seppe riassumere tutto il potenziale di una filosofia e di una idea del mondo e della storia che ebbe i secoli successivi per svilupparsi e diventare linfa vitale della cultura occidentale: homo sum, humani nihil a me alienum puto.

La filantropia che cambia: il contributo femminile e la speranza del nostro mezzogiorno

Nel corso del convegno Marco Morganti, amministratore delegato di Banca Prossima, ha sottolineato come “il capitalismo filantropico sia il primo motore di cambiamento e di trasformazione nella società contemporanea”. “In Italia ci sono molte imprese sociali e una buona legislazione, in particolare una legge del 2005 che promuove la trasformazione in senso sociale delle imprese. Questo è un mondo buono, che produce valore economico: nel 75% dei casi si tratta di donne, e ben il 36% di queste imprese si trova nel sud dell’Italia”.
“Il capitalismo filantropico”, ha detto il presidente del Consiglio Monti intervenendo brevemente al convegno, “è una nuova frontiera: i divari economici mettono infatti a repentaglio la coesione sociale. Per tutte le imprese si impone dunque la sfida della responsabilità sociale e dell’occupazione di qualità, oltre che l’esigenza primaria di avere attenzione alle persone e alle situazioni di svantaggio: in questo senso è bene promuovere la trasparenza e il merito”. E, lodando l’iniziativa di HUMAN, ha incoraggiato così gli ideatori del progetto: “Non bisogna aver paura di essere eccentrici nelle idee, perchè tutte le idee oggi accettate sono state all’inizio eccentriche”.

Le difficoltà e le potenzialità del progetto

Proseguendo nel presentare la fondazione, la Melandri non ha certo negato le difficoltà che questo progetto dovrà superare per essere veramente operativo: prima fra tutte il contesto italiano, quello di uno stato sociale fortemente burocratico, in cui tante iniziative sono rallentate dai tempi tecnici delle trafile ufficiali. “Numerose buone pratiche sociali però, nonostante tutto, sono in piedi: tanta cultura, dignità e anche bellezza viaggiano nella nostra Italia, idee e impegni importanti generano valori umani alti, sicuramente non monetizzabili. In questo senso possiamo affermare che il terzo settore e le organizzazioni non governative sono davvero la parte migliore del paese, con oltre settecento milioni di ore annue spese in progetti umanitari e a titolo gratuito. Un dato su tutti: ben trentamila lavoratori svantaggiati ogni anno vengono inseriti nel circuito produttivo dalle cooperative sociali, e tante imprese destinano flussi consistenti di risorse alla solidarietà. A questo crede HUMAN: alla possibilità di far camminare insieme solidarietà e impresa, dono e innovazione, per realizzare progetti che sono già il cambiamento che vogliono vedere intorno a loro”.

L’obiettivo: connettere profit e non profit per una nuova finanza sociale

Ne sono certi i fondatori di HUMAN: è necessario promuovere la crescita sociale, economica ed umana, realizzando nuove forme di finanza sociale, “secondo lo stesso paradigma che condusse, alla fine dell’Ottocento, alla fondazione delle banche popolari e delle casse rurali. Ciò è possibile connettendo impresa e mondo del non profit, attraverso la condivisione dei valori sociali: un’azienda impara dal non profit quando incorpora questi valori, realizza la CSR (Corporate Social Responsibility) e sviluppa la finanza sociale, mentre il non profit può imparare dagli imprenditori e interiorizzare la cultura di impresa” (si veda a questo proposito il nostro articolo https://www.donnainaffari.it/home/etica-negli-affari/imprenditoria/508–profit-non-profit-e-pubblica-amministrazione-buone-prassi-di-collaborazione.html).

Una creatività tutta femminile e un comitato scientifico d’eccellenza

“Un imprenditore oggi è veramente competitivo se sa produrre coesione sociale”, dice Melandri: “per questo HUMAN vuole destinare risorse a start up creative e innovative, nella consapevolezzza che sia questo il modo più sicuro per uscire dalla crisi”. C’è uno spazio importante, dunque, per la creatività femminile, da sempre motore di cambiamento nel nostro paese. “HUMAN nasce da donne che si sono chieste cosa fare per sviluppare la filantropia senza ricorrere ulteriormente alle risorse pubbliche, già così scarse. Ha trovato lo sfondo teorico della sua attività nell’enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI, e si avvale di un advisory board di eccellenza. L’ideaè partita da constatazione: le donazioni private e di impresa per ragioni filantropiche sono numerose e consistenti in Italia, ma ridottissima è l’attività di fund raising. In questo contesto si colloca UMAN, nella consapevolezza di quanto sia importante il coordinamento e l’orientamento degli sforzi isolati dei cittadini e delle imprese: pertanto non mira ad essere un ente erogatore di fondi, ma una agenzia di coordinamento in grado di connettere diverse esigenze e risorse”.

Nuovi strumenti per il welfare europeo

Gli obiettivi sono tanti e di grande portata: “in primo luogo definire lo statuto giuridico dell’impresa sociale; poi connettere l’Italia col mondo, agganciando un movimento importante a livello mondiale, che promuove la social impact finance. Va ricordato infatti”, continua Melandri, “che i prodotti di finanza sociale si presentano più stabili rispetto alla volatilità generale.
Siamo convinti che dal buio della crisi non si esce senza offrire nuovi fari: come dice un proverbio africano, il momento migliore per piantare questo albero sarebbe stato venti anni fa; altrimenti, il momento migliore è adesso”.

Laura Carmen Paladino

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