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Studiare online

 Il boom delle università telematiche

Divulgati i dati di un’indagine condotta dall’università Niccolò Cusano che mostrano come il fenomeno sia in aumento, tanto è vero che gli studenti che preferiscono iscriversi a un’università telematica oggi rappresentano il 2% del totale degli universitari italiani.

Un numero che può sembrare piccolo a prima vista ma che in realtà determina un fenomeno in crescita esponenziale: se nel 2003 gli studenti che prediligevano l’insegnamento a distanza erano 1.500, oggi, a distanza di 10 anni, sono diventati 39.792. Così, mentre le università “tradizionali” vedono un calo delle iscrizioni del 17%, quelle basate sui metodi offerti dalla nuova tecnologia vedono aumentare sempre più il numero dei propri iscritti (in media +16% l’anno).

grafico-iscritti Ma come si spiega questo fenomeno? Semplicemente con una parola: risparmio. Di tempo, di energia, di denaro. Lo studente può infatti seguire i corsi a distanza direttamente sul proprio PC, evitando spese di trasferta, vitto e alloggio. Per non parlare delle energie perse nella solita ricerca di una stanza in subaffitto, di compagni/colleghi con cui dividere le spese, di spostamento anche all’interno della stessa città per seguire corsi universitari che spesso hanno orari improponibili.
E per quanto riguarda il risparmio economico puro? Diverse sono le università telematiche private, che chiedono una retta più alta rispetto a quelle pubbliche (la retta varia da 6mila a 12mila euro nell’arco dei 3 anni accademici) ma il risparmio si deve raffrontare anche con le spese per il materiale didattico che nelle università online è – appunto – online. Secondo lo studio realizzato dall’UniCusano – fondata nel 2006 e oggi ai primi posti fra le strutture riconosciute dal MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) per numero di laureati e attività didattiche proposte – uno studente può spendere tra libri, trasporti e alloggio fino a 20mila euro seguendo un corso di laurea offline, mentre per un corso di laurea online la spesa può arrivare a un massimo di 2.500 euro.

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I nuovi mezzi di comunicazione elettronica dunque modificano anche il modo di ricevere un’istruzione di livello universitario ma con un ulteriore vantaggio: un’offerta formativa più ampia. Attualmente ci sono 34 facoltà disponibili negli atenei italiani, e 14 di esse hanno il proprio corrispettivo online, cosa che rende più facilmente fruibile tutti quei contenuti che prima si potevano apprendere solo di persona, in presenza. E la cosa va vista in entrambe le direzioni, poiché il numero di corsi erogati dalle università può aumentare, dal momento che anche gli atenei possono risparmiare andando online.

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Oggi, a scegliere le università telematiche sono soprattutto uomini tra i 23 e i 40 anni (nel 37% dei casi): si tratta di lavoratori che desiderano specializzarsi e di studenti che non possono permettersi di studiare lontano da casa per via dei costi che dovrebbero affrontare per la vita fuorisede.

Nell’anno accademico 2011/2012 (ultimo dato disponibile) le strutture riconosciute dal MIUR sono state undici, ciascuna con una vasta offerta formativa. Di seguito la tabella, realizzata da UniCusano, che illustra anche il numero di studenti iscritti, laureati e fuori corso:

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