Pari opportunità

Il futuro rosa della ricchezza mondiale

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Uno studio di Ubs e Pwc traccia il quadro dei miliardari nel mondo, rivelando la crescita esponenziale del potere rosa

di Angelica Basile

Secondo il nuovo rapporto sulla ricchezza mondiale redatto dalla banca svizzera Ubs e dalla società di consulenza Pwc, pubblicato lo scorso 15 dicembre, il numero delle miliardarie (in dollari) è cresciuto molto più rapidamente rispetto a quello dei colleghi uomini negli ultimi venti anni. Le donne a 9 zeri (impegnate soprattutto nel mondo del business globale, delle iniziative filantropiche e della governance), infatti, hanno registrato un aumento rispetto a venti anni fa di quasi 7 volte: sono passate dall’essere 22 nel 1995 alle 145 del 2014. I miliardari uomini hanno invece osservato una crescita di poco più di 5 volte.

I risultati dello studio, intitolato The changing faces of billionares (Le facce dei miliardari che cambiano), si riferiscono a dati raccolti tra il 1995 ed il 2014 relativamente al 75% dei miliardari del pianeta, ovvero tra i circa 1.300 “Paperoni” distribuiti nei 14 Paesi con la più alta concentrazione di ricchezza privata (5,4 miliardi di dollari).
La stessa indagine venti anni fa annoverava “solo” 289 tra i ricchissimi del mondo e, dunque, un dato importante è anche quello della crescita del 22% del numero totale degli appartenenti a questa elité a 9 zeri.
Senza distinzione di sesso, lo studio di Ubs e Pwc ha sottolineato, inoltre, quella che è stata definita The volatility of Great Wealth (La volatilità della Grande Ricchezza), ovvero la difficoltà per i miliardari del mondo di mantenere il proprio status: solo il 44% di quelli che comparivano in lista nel 1995, hanno trovato spazio anche in quella del 2014. Ma chi si è confermato “paperone” negli anni ha incrementato enormemente i propri beni, per un valore totale pari a un triliardo di dollari, circa il 21% della ricchezza mondiale.

In generale, non si può ancora parlare di un’equa distribuzione tra uomini e donne (la componente maschile annovera ben 1.202 individui), ma i risultati dello studio sono senza dubbio significativi di un fenomeno in espansione. Il cosiddetto “potere rosa”, infatti, starebbe vivendo un momento così positivo anche grazie a quello che gli analizzatori di Ubs e Pwc hanno definito “Fattore Atena”, dal nome della dea greca della sapienza, delle arti e della strategia militare, che si distingueva tra le divinità dell’Olimpo per la forza ed il coraggio, unite al senso di giustizia e di lealtà. In forza di queste qualità le donne riescono a garantire un futuro più roseo (è davvero il caso di dirlo!) alle loro attività imprenditoriali, che nella maggior parte dei casi accompagnano con moltissime iniziative filantropiche.

Ma come si presenta geograficamente la distribuzione della ricchezza rosa? Ancora oggi, nonostante la grande crescita dei Paesi emergenti, sono gli Stati Uniti e l’Europa a detenere il primato tra le donne più ricche del pianeta, assestandosi all’80% del totale. Però l’incremento maggiore, misurato negli ultimi venti anni, è stato registrato in Asia, dove dalle 3 miliardarie del 1995 si è arrivati alle 25 del 2014, con una crescita di 8,3 volte (contro le 2,7 volte degli USA e le 1,7 volte dell’Europa). Le miliardarie cinesi, giapponesi, coreane (in generale le orientali) detengono anche un secondo primato: quello della costruzione personale della propria ricchezza. Una distinzione che è necessario fare è, infatti, quella tra chi ha trovato posto in The changing faces of billionares perché in possesso del “sangue blu” dell’economia mondiale (in una parola gli ereditieri) e chi dal nulla ha, invece, creato un proprio impero. I dati lo attestano: solo il 57% delle miliardarie americane ed il 63% di quelle europee si è fatto da solo, mentre nei Paesi asiatici è ben il 96% delle donne a 9 zeri ad aver fatto tutto con le proprie forze. Le self-made women hanno dunque gli occhi a mandorla e non sembrano disposte a fermarsi!

La situazione è abbastanza diversa in Italia: come anticipato, infatti, dalla lista delle 500 persone più ricche del mondo – resa nota dalla celebre rivista Forbes nel marzo 2015 – solo una cittadina del Bel Paese si è guadagnata una posizione tra le prime 10 miliardarie del pianeta. Si tratta di Maria Franca Ferrero, che con il suo patrimonio assestato a 23,4 miliardi di dollari occupa il quinto posto dell’ambita classifica nel settore rosa ed il trentaduesimo posto di quella totale. La ricchissima signora è vedova di Michele Ferrero, magnate dell’omonima azienda dolciaria. Il creatore di alcuni must della colazione italiana, a partire dalla Nutella, è scomparso nel febbraio dello scorso anno, lasciando la gestione del colosso italiano di cui era a capo alla moglie Maria Franca e al figlio Giovanni. Così la first lady del cioccolato si è trovata ad essere incoronata donna più ricca d’Italia.
Questo è appunto un caso in cui l’essere annoverata tra i miliardari del pianeta è frutto di un’eredità piuttosto che di una scalata al successo.

Negli USA la situazione non è poi così diversa: la donna più ricca d’America (ed anche del mondo) è Christy Walton, moglie del creatore della famosissima catena di supermercati Walmart. Christy, sua figlia Alice (che occupa il terzo posto della classifica femminile mondiale) e Liliane Bettencourt sono le uniche a comparire tra i primi dieci al mondo per ricchezza posseduta.

Anche la seconda donna più ricca d’Italia deve le proprie fortune all’eredità lasciatale dal marito: si parla di Massimiliana Landini Aleotti, moglie del defunto Alberto Aleotti, fondatore del colosso farmaceutico Menarini. Massimiliana a 71 anni possiede un capitale di circa 10,4 miliardi di dollari, posizionandosi centoventunesima nella classifica mondiale di Forbes.

La prima self-made woman del nostro Paese ad occupare una posizione tra i ricchissimi del mondo (la 405ma, per precisione) è Miuccia Prada, detentrice di un’altra somma da capogiro: 4,1 miliardi di dollari. In realtà la signora della moda italiana si posiziona a metà tra un’ereditiera e un’imprenditrice che si è fatta da sé: ha, infatti, avuto la fortuna di nascere nipote di Mario Prada, stilista e fondatore dell’omonima casa di moda, ma è sotto la sua gestione (affiancata dal marito Patrizio Bertelli) che l’azienda ha conosciuto il proprio periodo d’oro, divenendo davvero competitiva nel settore a livello globale.

Tirando le somme si può, dunque, dire che secondo quanto prospettato dagli analisti di Ubs e Pwc il futuro della ricchezza mondiale si tingerà davvero di rosa, con una crescita femminile che sarà difficile da arrestare. I Paperoni uomini sono avvertiti!

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