Diritti

Lavoro: 65% italiani costretto al part-time

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Secondo il report Eurostat, in Europa il 60% delle lavoratrici non riesce a trovare un impiego a tempo pieno

Trovare lavoro sembra ormai un miraggio e così il più delle volte bisogna accontentarsi di un impiego part-time. Se in Europa il 29,9% dei lavoratori si trova in questa condizione, in Italia la situazione è ancora più drammatica con una percentuale del 65,5%. Non solo: deteniamo anche il triste record europeo di lavoratori costretti al tempo parziale perché non riescono a trovare un’occupazione full-time.

 

A scattare questa fotografia è l’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, che nel suo consueto report sul tasso di disoccupazione evidenzia che i lavoratori part-time ‘costretti’, cioè che lavorano meno ore al giorno perché non hanno trovato un impiego a tempo pieno, sono esponenzialmente aumentati in Italia durante la crisi economica, passando dal 39,4% del 2007 al 65,5% del 2015.

Un trend riscontrabile in tutta l’Europa del Sud: Grecia (dal 45,8 al 72,9%), Cipro (dal 31,2 al 69,4%), Spagna (dal 33,6 al 63,7%).  

Ci sono poi delle differenze di genere. Per quanto riguarda i lavoratori uomini, l’Italia è prima con oltre l’80% del totale, seguita da Grecia (78%), Cipro (76%) e Spagna (72%). Le lavoratrici italiane ‘costrette’ a fare un part-time sono il 60% del totale, terze in Ue insieme a spagnole e bulgare e dopo greche e cipriote. Al lato opposto della classifica i Paesi Bassi, dove solo l’8% delle donne e il 15% degli uomini che lavorano part-time lo fanno per costrizione.

 

Ma quali sono i canali utilizzati per cercare lavoro? In Italia oltre otto disoccupati su dieci chiedono ad amici e conoscenti, dato che conferma la scarsa fiducia dei nostri concittadini nei centri per l’impiego e nelle agenzie per il lavoro private. Dati alla mano, in Italia solo il 28,2% dei disoccupati intervistati dichiara di essersi rivolto a un centro per l’impiego (era il 28,6% nel 2014) a fronte del 48,4% medio in UE, del 77,7% in Germania  e del 59,1% in Francia.

Più sfiduciati di noi verso il sistema pubblico sono solo gli spagnoli, con un tasso percentuale del 27,5%.

Negli anni della crisi il numero di italiani che si rivolge alla rete familiare e amicale e ai sindacati è cresciuto di quasi dieci punti, passando dal 75,1 del 2008 all’84,8% attuale.

Nel nostro Paese si tenta anche con grande frequenza a proporsi direttamente sul posto di lavoro: lo fa il 70% dei disoccupati (erano il 57,3% nel 2008) contro una media Ue del 62,1% e un 22,8% della Germania. 

(dar)

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