Pensioni

Pensioni: sindacati in piazza a tutela esodati

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Presidio davanti al Mef: “Governo vari subiti l’ottava salvaguardia e risolva il problema di 24 mila lavoratori esclusi”

‘Ottava salvaguardia subito per 24 mila esodati esclusi’. È lo slogan che ha accompagnato la mobilitazione dei sindacati che, insieme ai Comitati dei lavoratori precoci, hanno tenuto un presidio sotto il Ministero dell’Economia. Cgil, Cisl e Uil chiedono al governo di individuare un’ultima definitiva misura prima della legge di Stabilità, in grado di offrire una soluzione ai problemi lasciati irrisolti dalle salvaguardie ad oggi varate, impiegando le risorse finora non utilizzate e a suo tempo destinate all’apposito fondo. Intrappolati in un limbo senza stipendio né pensione a seguito della riforma Fornero, questi lavoratori sono di fatto esclusi dalle misure finora adottate.

“Il governo faccia subito la salvaguardia e poi apra un tavolo di confronto più complessivo per modificare la legge Fornero”, chiede con forza il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti. 

“Le risorse ci sono” osserva il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli, “il Parlamento ha costituito un fondo specifico che destina agli esodati i risparmi delle salvaguardie precedenti”. 

Le sigle sindacali chiedono inoltre di avviare un confronto sui problemi dei lavoratori precoci: “in Italia i lavoratori precoci sono tantissimi” spiega il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica. “Sono quelli che hanno iniziato a lavorare a 16-17 anni e di solito sono operai e fanno lavori faticosi, largamente usuranti. Con il meccanismo di aumento dell’attesa di vita dovrebbero andare di fatto in pensione dopo 42-43-44 anni, un periodo di lavoro assolutamente improponibile. Bisogna invece consentire a tutti di andare in pensione dopo 41 anni di lavoro, perché 41 anni bastano e avanzano”. 

Eppure stando al Presidente della Commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd), il capitolo esodati si può risolvere “con l’ultima salvaguardia, l’ottava, e si può farlo senza aggiungere costi al bilancio dello Stato ricavando le risorse dai risparmi del fondo dedicato”. Al momento il governo è impegnato a fare i conti, “il consultivo delle sette salvaguardie precedenti”, ma “per fortuna sulla flessibilità tutti sono convinti che si tratta di una misura che va realizzata. Bisogna che il governo apra un confronto sia con i sindacati sia con il Parlamento”. 

(dar)

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