Ambiente Imprenditoria

Riutilizzo acqua per irrigazione agricola

Riuso acque per irrigazione agricola

Il Parlamento europeo stabilisce nuove misure per il riutilizzo dell’acqua reflua per l’irrigazione agricola

Il settore agricolo italiano, a causa della siccità del 2017, ha subito perdite per 2 miliardi di euro. La carenza d’acqua dolce inizia a essere un problema nonostante l’apparente abbondanza sul nostro territorio. In realtà è lo spreco d’acqua la causa di tale problema. Riutilizzarla potrebbe essere una soluzione valida. Così la pensa il Parlamento europeo che, martedì 12 febbraio, ha approvato una serie di proposte legislative per contrastare la scarsità d’acqua facilitando il riutilizzo delle acque reflue per l’irrigazione agricola.

La nuova Legge definisce gli standard minimi di qualità da rispettare per il riutilizzo dell’acqua destinata all’irrigazione agricola e gli obblighi, per gli operatori della produzione, della distribuzione e dello stoccaggio, nonché le misure di gestione del rischio.
L’acqua recuperata sarebbe quella delle fognature (le acque reflue urbane) trattata in un impianto di bonifica. Sarà questa a essere riutilizzata per irrigare “colture alimentari, colture alimentari trasformate e colture non alimentari”.

Grafico uso dell'acqua per settori in Europa

Spetterà alla Commissione europea valutare – entro cinque anni – se l’acqua recuperata potrà essere utilizzata in altri modi. Nel frattempo ogni Stato membro potrà consentire che l’acqua possa essere utilizzata in altri modi, ad esempio come il riutilizzo dell’acqua industriale e per scopi ricreativi e ambientali, a condizione che la salute umana, gli animali e l’ambiente siano completamente protetti.

“Dobbiamo muoverci verso un’economia circolare, anche nel modo in cui usiamo e riutilizziamo l’acqua” ha dichiarato la relatrice Simona Bonafè (S&D – socialisti e democratici, Italia). “Potremmo potenzialmente riutilizzare 6,6 miliardi di metri cubi di acqua entro il 2025, rispetto agli attuali 1,1 miliardi di metri cubi all’anno. Ciò richiederebbe un investimento inferiore ai 700 milioni di euro e ci permetterebbe di riutilizzare più della metà dell’attuale volume di acqua proveniente dagli impianti di trattamento delle acque reflue dell’UE teoricamente disponibili per l’irrigazione, evitando più del 5% di estrazione diretta dai corpi idrici di rifiuti e dalle acque sotterranee”.

Garantire un ampio riutilizzo delle acque reflue trattate potrebbe limitare l’estrazione dai corpi idrici e dalle acque sotterranee. Secondo la Commissione europea, la frequenza e l’intensità della siccità e il loro impatto ambientale ed economico sono aumentati drasticamente negli ultimi trent’anni. L’estrazione eccessiva di acqua, in particolare per l’irrigazione agricola, ma anche per l’uso industriale e lo sviluppo urbano, è una delle principali minacce per l’ambiente idrico dell’Unione Europea.

Per queste ragioni il progetto di legge è stato adottato (con 588 voti favorevoli, 23 contrari e 66 astensioni). Dopo che il Consiglio avrà stabilito la propria posizione, potranno iniziare i negoziati con i ministri dell’UE.

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