Ambiente Imprenditoria

Sustainable Economy Forum a San Patrignano

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Il Forum dedicato al nuovo modello di economia con tavole rotonde su finanza, tecnologie e smart cities

4 e 5 aprile 2019. Ecco le date della due giorni che si è appena conclusa a San Patrignano alla quale ha partecipato anche il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte. Le sue parole: “nel governo troverete un interlocutore sempre attento per favorire le imprese e la crescita economica. L’obiettivo ultimo non è incrementare il benessere degli imprenditori, ma realizzare le condizioni perché le imprese, intese come comunità di donne e uomini, possano perseguire uno sviluppo sostenibile”.
E di sviluppo sostenibile a livello globale si è parlato con tante personalità coinvolte nel Forum organizzato da Confindustria e San Patrignano durante il quale è stata firmata l’intesa fra Confindustria, Cassa depositi e prestiti, San Patrignano ed E4Impact Foundation a sostegno dell’Africa col quale le parti si sono impegnate a collaborare per individuare iniziative da promuovere, in particolare nei settori dell’energia, delle infrastrutture, dell’agricoltura, dell’istruzione, dello sviluppo urbano, del contrasto al cambiamento climatico, dell’accesso al credito delle PMI e del sostegno all’imprenditoria femminile.

giuseppe-conteIl Sustainbale Economy Forum ha trovato un interlocutore attento nel “Governo del cambiamento” che – come ha affermato il Presidente Conte – non è un modo di dire, una formula enfatica perché “cambiamento nella sua intima essenza significa proprio cercare in tutti i modi, con tutte le energie, di invertire la rotta rispetto a questo modello di sviluppo iniquo e insostenibile. Al Governo interessa la crescita economica, ma interessa non solo il Pil ma come si distribuisce la ricchezza tra le varie fasce della popolazione”.

E infatti, come ha spiegato Letizia Moratti, cofondatrice della fondazione San Patrignano, “Il Forum punta a rappresentare una prima scintilla che alimenti una nuova alleanza tra istituzioni, nazionali e internazionali e mondo delle imprese per costruire una società più aperta, più giusta, più sostenibile, più inclusiva. L’obiettivo deve essere quello di sostenere un modello di impresa inclusivo, in cui cioè gli interessi dell’azienda e della comunità in cui questa opera non siano divergenti, ma anzi complementari. In merito, ci piacerebbe che fosse istituito un fondo italiano per lo sviluppo delle imprese italiane in Africa”.

Non bisogna dimenticare in effetti che sono molti gli italiani che hanno avviato imprese all’estero o succursali e che si sono trasferiti in altri Paesi. Tra di essi anche molti giovani in cerca di opportunità diverse. Il Presidente Conte al riguardo ha precisato: “dobbiamo creare le condizioni affinché i nostri giovani non siano più costretti ad emigrare per assicurare un futuro dignitoso a sé ed i propri cari. Se il viaggio come libera e curiosa esplorazione del mondo è un’esperienza da promuovere, l’emigrazione forzata invece mina il senso di comunità e il ‘capitale sociale’ di un territorio. Secondo i dati elaborati dal centro studi Idos nel 2017 circa 285 mila cittadini hanno lasciato il nostro Paese: è una vera e propria emergenza alla quale intendiamo porre rimedio creando più opportunità di lavoro e sviluppo su tutto il territorio nazionale”.

Pareri apparentemente discordanti dunque ma non si possono sottovalutare le implicazioni sociali legate ai motivi per i quali un cittadino italiano, giovane o meno giovane che sia, si decide a lasciare il proprio Paese. Possiamo infatti parlare di chi emigra in cerca di lavoro in quanto non vede riconosciuta la propria professionalità in Italia, Stato in cui – come è noto – raramente viene applicato il metodo della meritocrazia, oppure ci può essere chi intende avvalersi delle opportunità date dall’internazionalizzazione imprenditoriale e in questo caso si tratta di un allargamento degli orizzonti commerciali per far crescere la propria impresa. Due casi molto diversi dunque ma che possono trovare un punto comune nel bisogno di un’economia sostenibile condivisa a livello internazionale. In questo senso ha ragione il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, quando dice che sull’idea di Paese espressa durante il Forum “si potrebbe creare una grande convergenza: mettere insieme le ragioni dello sviluppo e le ragioni della solidarietà che sono complementari e non antitetiche”.

Il filantropo Sir Ronald Cohen, intervenuto al Sustainable Economy Forum, ha spiegato la sua idea di sostenibilità: “dobbiamo misurare l’impatto degli investimenti. Vogliamo trasformare la misurazione dell’impatto in un cambiamento di comportamenti. Occorre fare in modo che il capitale fluisca dove le performance sono migliori sia per il rischio, sia per il rendimento. Questo significa impatto ambientale, sociale, occupazionale… Otteniamo i migliori risultati finanziari se prendiamo in considerazione l’impatto e non solo i rischi e i rendimenti”. Da qui l’idea dei social impact bond: “I social impact bond significano portare l’impatto nelle imprese e nelle scelte di investimento e dare vita a una nuova era di politiche governative. Solo così i cuori invisibili del mercato potranno guidare le sue mani invisibili”.

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