Ambiente Imprenditoria

Formazione e sostenibilità al Festival dell’economia

Ricco il programma che ha animato il Festival dell’economia di Trento; tra le tematiche affrontate: formazione e sostenibilità ambientale

Formazione e sostenibilità sono alcuni dei tanti argomenti affrontati durante il 16mo Festival dell’economia di Trento, che si è tenuto in presenza dal 3 al 6 giugno 2021 ed ha trattato i temi collegati alla ripartenza economica tra i quali la formazione continua per la valorizzazione di donne e giovani e la sostenibilità ambientale.

La ripartenza
Il tema principale del Festival dell’economia di Trento di quest’anno è stato “Il ritorno dello Stato, imprese, comunità, istituzioni”. Il festival, promosso da Provincia di Trento, Comune e Università degli Studi di Trento, si è tenuto con una parziale presenza di pubblico dal 3 al 6 giugno 2021.
Il fulcro del Festival è stato quello della ripartenza economica con un occhio di riguardo per gli interventi pubblici e sul fattore lungimiranza, concetti fondamentali per il periodo particolare che il Paese sta attraversando. È possibile leggere l’articolo sulla presentazione del Festival al link https://www.donnainaffari.it/2021/05/16mo-festival-delleconomia-di-trento/.

 

Nella foto: Minouche SHAFIK (in collegamento), Linda SABBADINI, Tonia MASTROBUONI – FOTO: Nicola Eccher

Un nuovo contratto sociale rivolto a donne e giovani. Formazione e sostenibilità sociale
Nell’ambito di un incontro svoltosi il 4 giugno, sono stati indicati i contorni di un nuovo contratto sociale indirizzato verso una formazione che sia continua e rivolta, in particolar modo, a donne e giovani. Sono intervenute la direttrice della London school of economics Minouche Shafik e la direttrice centrale dell’Istat Linda Laura Sabbadini. Al centro del confronto, i cambiamenti in atto in Occidente a partire dal 2016, con la crescita dei movimenti populisti, del nazionalismo e dei conflitti attorno ai temi ambientali e ai ruoli sociali.

Nella foto: Linda SABBADINI – FOTO: Nicola Eccher

Scommettere sulle donne, le parole di Shafik e Sabbadini sul tema della formazione e sostenibilità sociale
“Nel XX secolo i capifamiglia rappresentavano la principale fonte di reddito ed era presente una netta divisione tra la fase della vita dedicata all’apprendimento e quella nelle quale le persone si realizzavano nel mondo del lavoro” ha premesso Shafik. “Un modello che non vale più nel mondo di oggi, nel quale il mercato del lavoro è caratterizzato da una maggiore flessibilità e insicurezza”.
Sabbadini ha poi puntualizzato: “Una delle principali spinte per il cambiamento sociale è rappresentato dalle donne. Per questo motivo è necessario che all’interno della società si possa fare affidamento sul contributo di ogni suo componente. Scommettere sulle donne, che non vanno relegate a un ruolo secondario, garantisce la possibilità di scegliere i talenti all’interno di una platea più ampia. Migliorando conseguentemente la produttività. C’è bisogno di investire sull’istruzione anche dei bimbi più piccoli, e fare in modo che la formazione prosegua anche in età adulta alla luce di un mercato del lavoro caratterizzato dalla flessibilità. In una fase di recessione come quella attuale, il debito pubblico potrà essere abbattuto attraverso la crescita e non con l’austerità”.

Nella foto: Tonia MASTROBUONI – FOTO: Nicola Eccher

Formazione continua e consapevolezza
Le due direttrici hanno poi affermato che la formazione continua dei lavoratori va promossa anche all’interno dei luoghi di lavoro e favorita con aiuti fiscali da parte dello Stato. La società nel suo complesso va riorganizzata garantendo migliori aspettative di vita alle persone, i cui comportamenti vanno indirizzati anche rendendo la vita “più difficile” a coloro che adottano stili di vita che possono comportare conseguenze negative per la collettività (dal consumo di alcolici al tabagismo, fino al rifiuto dei vaccini). “Investiamo sulla consapevolezza” è stato l’appello delle relatrici, che hanno posto l’accento anche sulla necessità di investire nelle infrastrutture sanitarie e scommettere sulle nuove tecnologie per semplificare il contatto tra paziente e medico oltre che sul welfare di prossimità.

Nella foto:William JANEWAY, Mark CARNEY, Robert JOHNSON (in collegamento) – FOTO: Daniele Paternoster

Formazione e sostenibilità ambientale secondo Carney e Janeway
Sempre il 4 giugno, sul tema della sostenibilità ambientale sono intervenuti al festival dell’economia Mark Carney, già governatore della Bank of England e della Banca centrale canadese, oggi presidente del Financial stability board e William Janeway, cofondatore e membro di INET (Institut for New Economic Thinking).
Posto come obiettivo mondiale del prossimo futuro quello della sostenibilità ambientale e della riduzione di Co2, i due relatori immaginano un mercato volto al sostegno di tale obiettivo. “A chiedercelo è la società” chiarisce l’economista canadese. “Le risposte possibili che possiamo dare sono due: attendere e vedere in che direzione andranno le cose, oppure agire, combinando l’operato delle tre grandi tecnologie del nostro tempo, politica, finanziaria e ingegneristica”.
In questo senso, dunque, occorre innanzitutto un ripensamento dei valori economici, ampliandoli, come chiarisce l’economista americano, “oltre l’efficienza, in nome dell’equità, che a sua volta passa attraverso resilienza, solidarietà, sostenibilità e connettività.

Più regole per i mercati in nome della sostenibilità ambientale
“Per raggiungere l’ambizioso scopo di ridurre le emissioni allo zero netto, missione primaria del nostro futuro” affermano gli economisti Mark Carney e William Janeway nel corso del loro intervento al Festival dell’Economia, “non possiamo pensare che basti fissare dei piani pubblici a sostegno, ma dobbiamo considerare anche il coinvolgimento diretto dei mercati. È qui che allora interviene, in un sistema di vicendevole collaborazione, lo Stato: alle istituzioni spetta l’investimento ma anche la regolamentazione dei mercati”. Se la speculazione, infatti, per i due economisti, non è necessariamente un fattore negativo, essa deve tuttavia sottostare a regole, formali ed etiche. “Non possiamo permettere che si ripeta una crisi come quella del 2008, frutto di errori e abusi” spiega Carney. “Dobbiamo dare decise linee guida su come si devono comportare i mercati (compresi quelli delle criptovalute), imponendo ad esempio trasparenza e corretta esecuzione, ma anche punendo chi commette abusi”.
La tecnologia digitale, conclude Janeway, “sta spingendo oggi in direzione di un monopolio da parte di pochi player, ribaltando la situazione e consentendo ai mercati il controllo sullo Stato ai propri scopi”. Uno scenario che anche per l’economista canadese va arginato al più presto, perché il mercato “sia al servizio delle persone ed espressione delle loro necessità, una su tutte, di nuovo, l’impellente rivoluzione sostenibile”.

L’immagine di copertina è di Daniele Paternoster

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