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Women ONboarding, un supporto alle imprenditrici

Women ONboarding è l’iniziativa di Unicredit in partnerschip con GammaDonna, Prometeia e Apid a supporto della capacità imprenditoriale femminile

Obiettivo dell’iniziativa Women ONboarding è supportare la capacità imprenditoriale delle donne e valorizzarne il talento attivando un processo di scouting di nuove realtà imprenditoriali.

L’edizione 2022 di Women ONboarding
L’iniziativa consiste nell’attivazione di un percorso di mentoring in cui 31 professioniste scelte fra i membri degli Advisory Board Italy e territoriali di Unicredit e tra le associate al network femminile GammaDonna fanno da mentor ad altrettante mentee selezionate fra imprenditrici di PMI clienti della banca a elevato potenziale di crescita. Il percorso di mentoring al femminile del 2022 prevede 4 sessioni on line da 60’ circa ciascuna fra Mentor e Mentee. L’attività di mentoring, preceduta da una formazione iniziale con una società di coaching nota a livello internazionale, è focalizzata su tematiche di empowerment femminile.

Women ONboarding nella strategia del Gruppo Unicredit
Women ONboarding “si inscrive nella più ampia strategia del Gruppo per tutelare tutte le diversità e favorire l’inclusione” ha dichiarato Niccolò Ubertalli, responsabile per l’Italia di Unicredit. “Crediamo che la banca debba svolgere anche un ruolo sociale lavorando per costruire una società più equa e inclusiva. Per questo siamo impegnati a incrementare la rappresentanza femminile nel Gruppo: UniCredit ha infatti già raggiunto il target del 20% di donne nel senior management previsto al 2022 e ha come obiettivo il 30% entro il 2023. Il 40% del nostro Group Executive Committee e il 46% del nostro Cda è composto da donne e manteniamo un trend stabile rispetto alle nuove assunzioni femminili nel Gruppo, pari al 58%, in aumento costante negli ultimi due anni. Supportiamo inoltre l’imprenditoria femminile sia attraverso la normale attività di erogazione del credito che offrendo microcredito e supporto per lo sviluppo di nuove idee imprenditoriali”.

La presentazione di Women ONboarding 2022
L’iniziativa è stata presentata nel corso di un evento digitale aperto da Niccolò Ubertalli, responsabile per l’Italia di Unicredit, cui hanno partecipato come relatori, tra gli altri, Lavinia Biagiotti Cigna, presidente e CEO Biagiotti Group e presidente Marco Simone Golf & Country Club, e Elena Salmaso, senior economist Prometeia, che ha presentato un’analisi sullo scenario attuale dell’imprenditoria femminile.

L’analisi di Prometeia sull’imprenditoria femminile
Due anni di pandemia hanno inciso profondamente sul mercato del lavoro e sull’imprenditoria femminile. Impiegate in settori più esposti al rischio sanitario durante la fase acuta dell’epidemia (ad es. sanità, servizi alla persona e commercio) e nei settori più colpiti dalla crisi economica (ad es. accoglienza, turismo e moda), le lavoratrici hanno subìto maggiormente il contraccolpo di chiusure e recessione. Dopo la brusca frenata del 2020, nel 2021 l’occupazione femminile è però tornata a crescere, fino a raggiungere il massimo storico del tasso di occupazione femminile, superiore al 50% per la seconda volta dall’inizio delle serie storiche (dati ISTAT, 2022). Anche l’imprenditoria femminile ha dato segnali di ripresa: a fine 2021 le imprese registrate sono aumentate dello 0.19% rispetto al 2019 (fonte, Unioncamere, 2022). L’aumento di imprese femminili ha caratterizzato molti settori e, in particolare, è cresciuta la quota femminile nei settori che si sono dimostrati più resilienti alla crisi e più dinamici nella ripresa, come l’informatica.

Le performances delle imprese femminili
L’analisi dei bilanci delle società di capitale ha permesso di evidenziare una superiore capacità di resilienza alla crisi rispetto alle imprese maschili. Se la dinamica del fatturato, a causa principalmente dell’esposizione dell’imprenditoria femminile nei settori più impattati dalla crisi pandemica, ha mostrato una flessione superiore a quella delle imprese maschili, l’analisi econometrica condotta su un campione di bilanci di imprese femminili e maschili (comparabili a livello di composizione settoriale, geografica, dimensionale e di struttura produttiva) dal 2016 al 2019 mostra invece una generale miglior tenuta della reddittività nel 2020, segno di una maggior solidità delle imprese femminili. L’analisi econometrica ha messo in luce anche un gap di genere significativo nella relazione con il mercato del credito. A parità di settore, dimensione e area geografica, il modello ha evidenziato per le imprese femminili un significativo minore ricorso al debito bancario nel 2016-2019 e un suo costo mediamente superiore.

Nuove sfide e opportunità per le imprenditrici
Nuove sfide e opportunità per le imprese femminili riguardano soprattutto la doppia transizione: green e digital. Le imprese femminili si caratterizzeranno per un’intensità emissiva mediamente inferiore rispetto alle imprese maschili, concentrandosi in settori a minor energy intensity (le imprese femminili rappresentano il 21% delle imprese italiane ma generano solo il 15% delle emissioni di gas ad effetto serra, secondo i dati di Unioncamere e le stime Prometeia su dati Eurostat). Per quanto riguarda la transizione digitale, le imprese femminili partono un passo indietro rispetto alle maschili, poco presenti nei settori ad alta intensità digitale come l’informatica, tuttavia il processo di catching up è in corso e negli ultimi due anni è aumentata anche la quota di Start up e PMI innovative femminili in questo settore.

I fondi del PNRR
Le maggiori opportunità sono invece quelle legate ai fondi del PNRR, che non si esauriscono nelle misure dedicate all’imprenditoria femminile ma riguardano anche le opportunità trasversali, come le clausole e sistemi di premialità nei bandi di gara volti a promuovere l’assunzione e l’inclusione di donne, nelle 6 missioni del piano e quelle legate ai settori a più alta presenza di imprenditoria femminile (sanità, turismo e servizi alla persona su tutti). Infine, il contesto geopolitico pone nuove sfide alle imprese. I principali fattori di rischio (esposizione al commercio internazionale, caro energia e indebitamento – legato al rischio di rialzo dei tassi) influiranno sulle performance delle imprese in maniera eterogenea.

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