Lavoro Normative

Stop al lavoro sommerso, interviene il Ministero

Per mettere un freno alla pratica del lavoro sommerso la Ministra del Lavoro emana due decreti costituendo un Comitato nazionale

Il Comitato nazionale per la prevenzione e il contrasto al lavoro sommerso è stato istituito con il primo dei due decreti ministeriali a firma Marina Calderone; il secondo aggiorna il Piano nazionale per la prevenzione e il contrasto al lavoro sommerso entrato in vigore il 21 dicembre 2022.

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Due decreti per incentivare la lotta al lavoro sommerso
La Ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, ha firmato due decreti per proseguire sulla strada della prevenzione e del contrasto al lavoro sommerso: “l’adozione dei due decreti” ha affermato “a un duplice valore perché da una parte essi costituiscono un presidio trasversale nella prosecuzione di un’azione necessaria per il miglioramento del mercato del lavoro in Italia, in termini di legalità, tutela dei diritti dei lavoratori e concorrenza leale tra le imprese; dall’altra riconosce il lavoro degli uffici del Ministero nel conseguire – in anticipo rispetto alle scadenze – gli obiettivi previsti per il Dicastero dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.
Entrambi i decreti sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 89 del 15 aprile 2023: il DM 57/2023 (https://www.lavoro.gov.it/strumenti-e-servizi/Attuazione-Interventi-PNRR/Documents/DM-57-del-06042023-Costituzione-Comitato.pdf) istituisce il Comitato Nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso, a cui è affidato il compito di coordinare e monitorare le attività programmate nel Piano Nazionale per la prevenzione del e il contrasto al lavoro sommerso; il DM 58/2023 (https://www.lavoro.gov.it/strumenti-e-servizi/Attuazione-Interventi-PNRR/Documents/DM-58-del-06042023-Aggiornamento-Piano-Lavoro-Sommerso.pdf) aggiorna lo stesso Piano.

Il Comitato nazionale per la prevenzione del lavoro sommerso
A presiedere il Comitato è la Ministra del Lavoro e delle Politiche sociali (o un suo delegato). I componenti del comitato sono sia i rappresentanti del Ministero stesso, coinvolti per competenza nell’attuazione del Piano, sia quelli del Ministero dell’Interno, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’INL, dell’INPS, dell’INAIL, dell’ANPAL, della Banca d’Italia, dell’ISTAT, dell’Agenzia delle Entrate, della Guardia di Finanza, dell’Arma dei Carabinieri e della Conferenza delle Regioni, con il supporto tecnico dell’INAPP. Del Comitato faranno parte anche esperti, nominati dalla Ministra, in possesso di particolare competenza ed esperienza, oltre che 10 rappresentanti delle organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative a livello nazionale.

Il lavoro di prevenzione e contrasto al lavoro sommerso
Con un approccio multi-agenzia, il Comitato interagirà con le task force e i gruppi di lavoro cui è demandata per competenza l’attuazione delle specifiche linee d’azione; presidierà l’avanzamento dei lavori per la costruzione e il monitoraggio degli indicatori relativi alla media annuale del numero di accessi ispettivi effettuati in materia di lavoro e all’incidenza del lavoro sommerso, assicurando le necessarie connessioni con il Tavolo nazionale sul caporalato.

Le prime attività da monitorare per il Comitato, al suo insediamento, saranno:

  • la costituzione di un gruppo di lavoro a presidio dell’interoperabilità tra i sistemi informativi dei diversi enti, detentori a vario titolo di dati relativi al fenomeno del lavoro sommerso;
  • la formazione degli Ispettori neoassunti e costituzione di una task force ministeriale che si avvalga del Tavolo operativo nazionale per la pianificazione operativa della vigilanza;
  • l’avvio della Piattaforma INPS per interventi di compliance e sviluppo di un Indicatore Sintetico dell’Affidabilità Contributiva (ISAC);
  • l’attività di formazione specifica sul lavoro sommerso rivolta i Centri per l’Impiego.
  • la campagna informativa di contrasto al lavoro sommerso;
  • l’elaborazione di proposte normative:
    • per la modifica degli importi relativi alla sanzione amministrativa per appalto illecito;

per la parità di trattamento tra dipendenti dell’appaltatore e del sub-appaltatore.

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