Dalle Regioni Lazio

Iniziativa antispreco nei ristoranti romani

Il progetto di Roma Capitale si chiama “Tenga il resto” e inizierà con il coinvolgimento dei primi 100 ristoranti romani

Una iniziativa antispreco che prevede la distribuzione ai ristoranti romani di una speciale vaschetta in alluminio, con la quale i clienti possono portare a casa il cibo non consumato senza vergognarsi di chiederlo, poiché prevenire lo spreco è un valore etico ormai condiviso e condivisibile di cui essere fieri, sia se si è un ristoratore sia se si è un avventore.

Tenga il resto
Un progetto di Roma Capitale promosso dall’Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti in partenariato con CIAL (Consorzio nazionale imballaggi alluminio) cui hanno aderito la FIPE (Federazione pubblici esercizi di roma e provincia) – Confcommercio, la FIEPET (Federazione italiana esercenti pubblici e turistici di Roma e Lazio) – Confesercenti e Slow Food. Inizieranno ad attuarla i primi 100 ristoranti romani con l’obiettivo di coinvolgere tutta la rete dei ristoranti di Roma in questa azione volta a ridurre lo spreco alimentare.

 

 

Lo spreco alimentare
Si stima che ben un terzo di tutti gli alimenti prodotti nel mondo destinati al consumo umano (1,3 miliardi di tonnellate) è perso o sprecato. Per quanto riguarda l’Unione europea, è stato calcolato che i rifiuti alimentari prodotti lungo la catena di approvvigionamento nell’anno 2021 siano pari a 130 kg per abitante: 1 kg di rifiuti alimentari pro capite ogni tre giorni. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), il cibo sprecato in Europa, potrebbe nutrire 200 milioni di persone. Roma è la capitale ma soprattutto è una delle città più popolose d’Europa, superando abbondantemente i 3 milioni di abitanti (censiti, cui si aggiungono milioni di turisti, visitatori, studenti, immigrati non censiti, ecc.): una vera metropoli con un problema collegato: la difficoltà di smaltimento delle tonnellate di rifiuti prodotti. Di qui la ragione di questa iniziativa etica ma anche necessaria per la vivibilità di questa metropoli, semisommersa dai rifiuti. A Roma ogni anno si sprecano oltre 26 chilogrammi di cibo per abitante.

L’apporto di Roma al Green Deal europeo
Con l’introduzione del Green Deal europeo nel dicembre 2019, l’UE ha ribadito il proprio impegno a dimezzare gli sprechi alimentari generati nel commercio al dettaglio e dai consumatori entro il 2030, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Nel 2020, la Commissione Europea ha definito una serie di politiche e di strumenti volti a ridurre gli sprechi alimentari nel quadro del Piano d’Azione per l’economia circolare e della strategia “Dal produttore al consumatore” (o Farm to Fork https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20211014IPR14914/strategia-ue-dal-produttore-al-consumatore-per-alimenti-piu-sani-e-sostenibili, due elementi fondamentali del Green Deal. Il progetto In linea con questo cammino tracciato dall’Unione Europea, Roma Capitale persegue il contrasto allo spreco alimentare agendo attraverso la promozione del recupero e della distribuzione delle eccedenze alimentari attraverso la rete del terzo settore e con azioni di sensibilizzazione verso comportamenti sostenibili. Se le rilevazioni indicano che a Roma ogni anno si sprecano oltre 26 chilogrammi di cibo per abitante, non ce ne sono di specifiche per il comparto della ristorazione ma non ci vuole molto a comprendere che questo settore possa essere un canale di spreco alimentare non indifferente, probabilmente superiore.

I ristoranti romani contro lo spreco
Il progetto prevede la donazione a Roma Capitale di 300.000 vaschette per un totale di 1.500 kit e inizialmente il coinvolgimento di 100 ristoranti romani che potranno aderire al progetto richiedendo i kit tramite il portale dedicato https://www.cial.it/tenga-il-resto-roma/. Il kit è composto da 200 vaschette in alluminio (materiale riciclabile al 100%), 100 buste per la consegna del contenitore ai clienti e 2 cavalieri da posizionare in negozio, per dare evidenza dell’adesione del ristorante al progetto “Tenga il resto”. Inoltre, il ristoratore promuoverà questo comportamento sostenibile, inducendo la propria clientela a usufruire delle vaschette se non consuma tutti i cibi ordinati. In questo modo i ristoranti romani non saranno costretti a sprecare le pietanze preparate, mentre il cliente avrà un pasto già pronto per un momento successivo. E, ovviamente, ne beficeranno indirettamente anche gli altri abitanti della città, visto il minor numero di rifiuti organici di cui si cibano direttamente dai cassonetti – che li attraggono in massa – topi, gabbiani, piccioni e insetti vari.

Imballaggi riciclabili
L’alluminio di cui sono composte le vaschette è un materiale riciclabile infinite volte e al 100%, tanto che la vaschetta, dopo più utilizzi, se correttamente conferita nella raccolta differenziata, può rinascere e trasformarsi in tanti oggetti di uso comune, come una classica moka o una bicicletta. È inoltre il materiale che più di qualunque altro offre un’eccellente barriera alla luce, ai batteri, all’aria, ossigeno e al vapore. In più, la vaschetta in alluminio è l’imballaggio perfetto per salvare il cibo non consumato, per la resistenza, la malleabilità e la praticità che la contraddistinguono, oltre che per la capacità di conservare e tenere i cibi alla loro temperatura ideale. A fornire le vaschette contribuendo al progetto è stata la CIAL, che ne ha donate a Roma Capitale 300.000 vaschette (per un totale di 1.500 kit).

 

La presentazione a Roma
Il progetto è stato presentato a Roma, in Campidoglio, il 28 febbraio 2024 alla presenza dei partner dell’iniziativa e del direttore generale dell’AMA Alessandro Filippi e del presidente della Commissione Ambiente Giammarco Palmieri. L’assessora all’agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti, Sabrina Alfonsi, in tale occasione ha detto che “Tenga il resto” è un nuovo tassello nel lavoro “che l’amministrazione ha intrapreso per mettere in campo azioni concrete volte al contrasto dello spreco alimentare, uno dei temi principali su cui è impegnato il Consiglio del Cibo di Roma. La riduzione degli sprechi non ha solo un’importante valenza sociale ma ha anche importanti ricadute sul fronte della sostenibilità ambientale”. L’assessora Alfonsi ha aggiunto che favorire il recupero dei pasti non consumati significa “incidere su fattori culturali e abitudini che in altre parti d’Italia e in Europa si sono affermati e che nella nostra città hanno bisogno di essere maggiormente promossi e diffusi”. Dello stesso parere l’assessora alle Politiche per la sicurezza, le Attività produttive e le Pari opportunità, Monica Lucarelli: “Questo progetto riguarda la sostenibilità ed è un atto di responsabilità verso la società, verso chi ha meno. Non lasciare il cibo nel piatto è soprattutto una questione di rispetto e di educazione”.

 


Il commento della CIAL
“In un mondo in cui la sicurezza alimentare, purtroppo, non è ancora garantita per tutti lo spreco di cibo risulta oggi essere un paradosso inaccettabile” ha dichiarato Stefano Stellini, direttore Comunicazione e Relazioni esterne di CIAL: “è una questione di vitale importanza sociale ma anche di sostenibilità ambientale: limitare lo sperpero degli alimenti garantisce infatti anche una riduzione di emissioni di gas serra per produrne di nuovi e una minore pressione sulle risorse naturali. Il nostro Consorzio ogni giorno agisce non solo per stimolare il riciclo degli imballaggi in alluminio ma anche per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza del risparmio e del recupero di materia e di energia”.

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