Una ricerca innovativa per l’anoressia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù offre nuove speranze nella cura
Grazie alla stimolazione cerebrale non invasiva, si prospettano trattamenti più efficaci per i pazienti più giovani affetti da anoressia.
L’anoressia nervosa: una sfida crescente
L’anoressia nervosa rappresenta una delle patologie psichiatriche più gravi, con un’incidenza sempre maggiore tra bambini e adolescenti. Inoltre, l’esordio della malattia avviene in età sempre più precoce, aumentando il rischio di mortalità. BAMBINO GESÙ: NUOVE POSSIBILITÀ DI CURA PER L’ANORESSIA NERVOSA è il tema centrale di una recente ricerca che ha analizzato l’efficacia della Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta (tDCS), una tecnica innovativa che potrebbe rivoluzionare i trattamenti attuali.
Lo studio condotto al Bambino Gesù
Il progetto di ricerca ha coinvolto 64 pazienti con diagnosi di anoressia nervosa, di età compresa tra i 10 e i 18 anni, trattati presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Questo studio, avviato nel 2020 e terminato nel febbraio 2025, è stato condotto con un trial clinico randomizzato e controllato con placebo. In particolare, i partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: uno ha ricevuto la terapia placebo, mentre l’altro ha sperimentato la tDCS, un trattamento che agisce direttamente sulla corteccia prefrontale, fondamentale nel controllo del comportamento alimentare.
Una terapia efficace e sicura
I risultati dello studio dimostrano che la stimolazione cerebrale ha prodotto effetti positivi e duraturi sui pazienti. Coloro che hanno ricevuto il trattamento hanno mostrato un miglioramento significativo nei sintomi dell’anoressia, con benefici osservabili fino a sei mesi dopo la fine della terapia. Inoltre, rispetto al gruppo placebo, i pazienti trattati con tDCS hanno registrato una riduzione dei comportamenti disfunzionali legati al disturbo alimentare.
Un approccio multidisciplinare alla cura
Gli specialisti sottolineano che la tDCS, se combinata con il supporto psichiatrico, nutrizionale e psicologico, può potenziare l’efficacia delle terapie tradizionali. Secondo Floriana Costanzo, responsabile del progetto, questa tecnologia innovativa potrebbe rappresentare una svolta nella lotta contro l’anoressia nervosa nei bambini e negli adolescenti.
Un problema in crescita
In Italia, oltre 3,5 milioni di persone soffrono di disturbi dell’alimentazione e il 70% di loro sono minori. L’ospedale Bambino Gesù ha registrato un aumento del 60% delle diagnosi di anoressia nervosa dal 2019 ad oggi, trattando oltre 120 nuovi casi nel 2024.
Questa ricerca apre dunque nuovi scenari terapeutici, offrendo ai pazienti un’opportunità concreta di miglioramento e guarigione.