Fiere Imprenditoria

VINITALY 2022, focus sui vini italiani

Conclusasi il 13 aprile Vinitaly 2022, la 54ima edizione del salone internazionale dei vini italiani e dei distillati

Come ogni anno da oltre mezzo secolo (esattamente dal 1967) si è tenuta la fiera di settore più importante d’Italia, Vinitaly 2022, cui partecipano le aziende produttrici di vini italiani e distillati. Le novità e le iniziative di questa edizione.

Panoramica su Vinitaly 2022
Le aree tematiche hanno spaziato su tutti gli ambiti della produzione vinicola, dalla viticoltura all’enologia, dal Bio al Design. In particolare le aree sono state: Vinitaly Bio, International Wines, Vinitaly Tasting, Vinitaly Design, Micro Mega Wines, Mixology, Enolitech. Collegato, il fitto calendario di eventi (https://www.vinitaly.com/it/verona/eventi/calendario2022/?d=2022-04-12&g=daily) di cui daremo di seguito un rapido “assaggio” per un focus sui vini italiani.

Dalle cantine alla grande distribuzione organizzata. Il prezzo dei vini italiani
Durante Vinitaly 2022 è stata presentata la ricerca IRI sull’andamento del mercato nei primi mesi del 2022. Alla tavola rotonda di presentazione sono intervenuti i rappresentanti delle imprese vitivinicole (le cantine) e quelli della GDO, la grande distribuzione. Dalla ricerca è emerso che presto e con certezza il prezzo del vino nei supermercati aumenterà a causa dell’inflazione, anche se la DM (Distribuzione moderna) tenterà di ridurre al minimo gli aumenti. Già nei primi mesi dell’anno ha evitato di ritoccare i prezzi a scaffale riducendo lo sconto medio per i consumatori.
Il canale della Distribuzione Moderna si conferma primario nei volumi e prosegue in una costante qualificazione verso l’alto, vendendo sempre più bottiglie a denominazione d’origine, a un prezzo medio crescente. Per le strategie future, sia riguardo la composizione dello scaffale sia riguardo la definizione dei prezzi, avrà però bisogno della massima collaborazione tra cantine e insegne distributive.

I vini italiani scelti nei supermercati dai consumatori
I consumatori sembrano prediligere sullo scaffale sempre più le bottiglie da 0,75 a denominazione d’origine. Il loro prezzo medio continua a crescere: 5,55 euro per la bottiglia da 0,75 nel 2021 (con un aumento del 4,1% sul 2020), per un valore complessivo di quasi 1 miliardo e mezzo di euro. I prezzi medi delle bottiglie che compaiono nella speciale classifica IRI dei vini a maggior tasso di crescita sono indicativi delle tendenze: una bottiglia di Lugana costa 7,42 euro, l’Amarone 17,68 euro, il Valpolicella Ripasso 7,22 euro, il Nebbiolo 6,70 euro, il Sagrantino 9,35 euro; il Brunello di Montalcino 20,44 euro, il Lagrein 7,18 euro. E’ vero anche che un supermercato non è un’enoteca e quindi lavora sui grandi volumi, ma anche il vino più venduto nella DM italiana, il Chianti spunta un prezzo medio di 4,09 euro a bottiglia, per un valore complessivo di circa 83 milioni di euro.

Gli spumanti, le bollicine scelte dagli italiani
Nel 2021 la vendita di “bollicine” è cresciuta per volume del 17,9% e per valore del 20%, un successo dovuto alla loro prepotente entrata nel rito degli aperitivi, dal sempre maggiore gradimento dei giovani e dallo sdoganamento come vino da pasto. La crescita delle bollicine è trainata dall’exploit del Prosecco, ma vendono bene anche Moscato, Fragolino, Asti, Brachetto. Da sottolineare anche il fenomeno crescente della spumantizzazione dei vini tipici, molto gradita dai consumatori: Vermentino, Passerina, Negroamaro, Garda, Falanghina, Grillo, Ribolla, Pignoletto, Muller Thurgau, Novebolle (Romagna doc), Pecorino, Gewurztraminer, Fior d’Arancio (Colli Euganei doc) ed altri.

La viticoltura innovativa per i vini italiani
Il CREA, il più importante Ente italiano di ricerca sull’Agroalimentare, a Vinitaly ha presentato una serie di studi, progetti ed esperienze di cui è stato protagonista per la ripartenza del settore vitivinicolo, dall’innovazione alla biodiversità, e il consueto appuntamento con il Concorso Enologico in collaborazione con il Mipaaf, dedicato ai ragazzi degli Istituti Agrari, giunto alla sesta edizione. Il 12 aprile CREA Politiche e Bioeconomia ha organizzato un workshop dal titolo “I distretti vitinicoli: esperienze a confronto” nel quale si è parlato dello sviluppo sostenibile dei territori. Vi hanno partecipato anche i rappresentanti della Consulta Distretti del Cibo, di Alleanza delle cooperative italiane agroalimentari, della Rete Vinità Italia, del Mipaaf e di alcune Regioni. A seguire si è tenuto l’incontro “La viticoltura eroica e la tutela della biodiversità”, con la Rete rurale nazionale e la Rete Leader, che hanno portato le esperienze esemplari del settore, condotte da vignaioli “estremi” che coltivano e producono grandi vini nei pendii più impervi come nei territori più marginali, valorizzando l’unicità del nostro clima, dei suoli, dei vitigni e tutelando con la biodiversità della rizosfera e dell’ambiente vegetale anche paesaggi irripetibili, valori culturali e identitari. A seguire ancora si è tenuto il workshop sull’innovazione digitale in viticoltura, durante il quale sono stati illustrati i progetti regionali, nazionali ed europei del CREA dedicati allo sviluppo delle applicazioni e dei prototipi della viticoltura di precisione.

Vini italiani esportati nel Regno Unito
Allo stand di Confagricoltura è stata ospitata la console generale britannica Catriona Graham in occasione dell’incontro dal titolo “Vino e Post UE Exit”, per fare il punto della situazione dei rapporti commerciali con l’Italia a distanza di due anni dall’uscita di Londra dall’Unione europea. Un incontro organizzato a partire dalla constatazione che per i vini italiani il Regno Unito rappresenta il terzo mercato internazionale. Solo lo scorso anno la nostra esportazione è cresciuta sia in volume (+1,5%) che in valore (+5,1%). Dall’incontro – cui hanno partecipato anche Francesco Fortuna, capo Gabinetto del Mipaaf, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – è emerso che il Regno Unito sta lavorando a nuove regole sull’etichettatura, che porterebbero all’indicazione dell’importatore e sul cambio del sistema delle accise: “Abbiamo per il momento accantonato l’aumento delle tasse sugli alcolici e si sta valutando un intervento che leghi il livello di tassazione a quello di alcool presente” ha spiegato la Console britannica. “Questo vorrebbe dire meno tasse per gli spumanti, ma un incremento per i vini fermi a più alta gradazione. Londra non può sopravvivere senza i vini italiani e anche per questo motivo il nostro Paese sta mettendo in campo politiche che possano tutelare i nostri scambi commerciali. Adesso pensiamo ai sostegni all’internazionalizzazione delle imprese, anche con la semplificazione della burocrazia”.
Il capo Gabinetto del Mipaaf ha detto: “Credo che sia importante basare accordi commerciali che vadano oltre l’import/export di prodotti, che possano comprendere anche l’esportazione, da parte delle cantine italiane, di know-how. Il vino è territorio, le abitudini di consumo sono orientate verso una riduzione delle quantità a fronte dell’aumento della qualità. Ciò vuol dire che la tracciabilità del prodotto rivestirà sempre più importanza. L’indotto del vino italiano si basa su questo, fonda la propria forza sull’origine della produzione e dell’imbottigliamento. Più queste due fasi sono territorialmente vicine, più la bottiglia acquisisce qualità e valore”.

La promozione dei vini italiani e il Nutriscore
L’European Food Forum ha portato a Vinitaly 2022 il dibattito sulla riorganizzazione delle politiche di promozione dell’agroalimentare tra guerra e sostenibilità. Il conflitto russo-ucraino rappresenta infatti una sfida anche per le politiche europee di promozione dei prodotti agroalimentari, e quindi anche dei vini italiani, che adesso dovranno essere rimodulate in base a nuove esigenze ed emergenze. L’European Food Forum, network nato per il rafforzamento del dialogo sui sistemi alimentari sostenibili tra filiera alimentare, responsabili politici e altre istituzioni, ha organizzato un evento cui ha partecipato l’europarlamentare e Vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno la quale ha specificato che per il settore vitivinicolo sono essenziali due aspetti: la promozione e l’etichettatura: “anche la sicurezza alimentare è stata messa a dura prova in questo ultimo mese e mezzo. Resta in primo piano il focus, avviato prima dello scoppio del conflitto in Ucraina, sul ruolo che la storia dei nostri prodotti ha nella loro promozione sui mercati esteri”. “L’Italia ha posizioni distanti da quelle della Commissione su alcuni punti” ha affermato Alessandra Moretti, europarlamentare italiana e componente della Commissione speciale sul cancro di Bruxelles. “Primo fra tutti, il sistema Nutriscore. Siamo riusciti a cambiarne l’approccio, partendo da un fatto conclamato: il 40% dei tumori si può prevenire anche grazie ad una alimentazione equilibrata. Un punto di vista che condividiamo anche con European Food Forum”.
Il presidente della Federazione di Prodotto Vino di Confagricoltura, Federico Castellucci ha sottolineato che l’intero comparto vitivinicolo “è consapevole dell’importanza di inserire nelle politiche di promozione dei prodotti Made in Italy il concetto di consumo moderato. È un principio giusto, che lascia ancora più spazio al tema del rapporto tra vino e territorio in cui esso nasce”.
“La crisi prodotta dalla guerra in Ucraina si inserisce in un contesto internazionale già complicato” ha aggiunto dal palco del Vinitaly 2022 Joao Onofre, direttore generale aggiunto della DG Agri della Commissione UE, il quale ha ricordato la guerra commerciale tra Usa e Cina e la pandemia da Covid-19. “Davanti a quanto sta succedendo in Ucraina è quasi imbarazzante parlare di promozione. Fino a poco tempo fa avevamo come obiettivo promuovere l’export del surplus di produzione comunitaria. Evidentemente, la strategia deve cambiare”.

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