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Toscana: un protocollo contro le infiltrazioni mafiose negli appalti

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Toscana: un protocollo contro le infiltrazioni mafiose negli appalti

Firmato il 25 settembre, il protocollo eviterà che la mafia allunghi le mani sulla ricostruzione della Lunigiana. Un obiettivo che promuove la tutela della legalità e della trasparenza

In qualità di Commissario delegato per la ricostruzione della Lunigiana, a seguito dell’alluvione di novembre 2011, il presidente della Regione Enrico Rossi ha firmato il documento, insieme con il prefetto di Massa Carrara Giuseppe Merendino, che gli darà i poteri per favorire la trasparenza delle procedure e scoraggiare la mafia.

Il presidente Rossi è stato insignito della carica di Commissario per la ricostruzione grazie a una delega del Presidente del Consiglio dei Ministri (OPCM 3974/2011). Pertanto, sarà lui ad avere la massima voce in capitolo riguardo gli adempimenti burocratici che le aziende dovranno predisporre per partecipare alle gare di appalto.
Tra questi, proprio in virtù del protocollo appena firmato, ci sarà l’informativa antimafia, la clausola contrattuale risolutoria e penale nel caso in cui risultino tentativi di infiltrazione mafiosa, l’elenco aggiornato del personale – la documentazione dovrà essere fornita sia dalle ditte appaltatrici che dalle eventuali subappaltatrici, ecc..

In particolare, come cita la nota della Regione Toscana:

 

  • – saranno acquisite informative antimafia su tutte le imprese operanti nell’ambito degli appalti effettuati dal Commissario;
  • – il Commissario comunicherà alla Prefettura l’elenco delle imprese coinvolte negli appalti;
  • – saranno inserite clausole risolutorie e penali nel caso in cui, dalle verifiche effettuate, risultino tentativi di infiltrazione mafiosa nelle ditte appaltatrici (dunque, vista l’urgenza con cui dovranno essere realizzati i lavori, sarà possibile assegnarli anche prima dell’arrivo delle informazioni della Prefettura, ma nel caso in cui le verifiche antimafia diano esiti sfavorevoli, i contratti verranno risolti immediatamente);
  • – le verifiche antimafia potranno essere ripetute e svolte anche in un secondo momento;
  • – le imprese dovranno fornire anche tutti i loro dati anagrafici e l’elenco aggiornato del personale. Lo stesso varrà per le ditte in subappalto.

Infine, le imprese appaltatrici si impegneranno a comunicare tempestivamente al commissario e alla prefettura ogni richiesta illecita di denaro e di prestazione ed ogni offerta di corruzione, protezione o altro che venga avanzata ai propri rappresentanti o dipendenti nel corso dei lavori.
La mancata comunicazione dei tentativi di pressione criminale potrà determinare la risoluzione del contratto, anche per le ditte subappaltatrici.

Le informazioni sulle imprese verranno acquisite obbligatoriamente per gli appalti di lavori superiori ai 500mila euro, mentre per le ditte in subappalto la soglia sarà di 150mila euro per i lavori edili, 100mila euro per i servizi, 50mila euro per le forniture.

Per spiegare la necessità dell’inserimento di queste clausole “antimafia”, il Presidente Rossi ha detto che “in Lunigiana ci sono da realizzare opere per oltre 60 milioni tra ponti, scuole, lavori per il consolidamento degli argini ed altri interventi minori. È una mole importante di lavoro che noi, rispettando i tempi, siamo in grado di far partire dopo nemmeno un anno dall’alluvione dell’anno scorso. È chiaro che queste attività possono interessare alla mafia, che può tentare infiltrazioni. Noi vogliamo combattere questa eventualità per evitare che la criminalità si appropri di denaro pubblico”.

 

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L’accordo appena firmato è stato proposto dal prefetto di Massa Carrara, Giuseppe Merendino, il quale ha ribadito che “questo protocollo fa parte di un quadro di proficua collaborazione istituzionale. Vogliamo implementare una strategia di controlli, prevenzione, contrasto e repressione di tutti i fenomeni intimidatori o di corruzione che possono colpire le imprese sane che operano a vario titolo nel settore degli appalti pubblici. Negli anni scorsi nella Provincia di Massa Carrara abbiamo già avuto un episodio di tentativo di infiltrazione mafiosa. Abbiamo fatto un grosso lavoro ma ad un certo punto ci siamo dovuti fermare, mentre oggi, grazie a questo protocollo, avremo la possibilità di seguire fin dall’inizio tutte le attività legate ai cantieri della ricostruzione ed eventualmente intervenire direttamente e con tempestività”.

Il presidente Rossi ha concluso ricordando che, “se è vero che in Toscana non ci sono manifestazioni evidenti di controllo del territorio da parte della mafia, è vero anche che l’infiltrazione mafiosa attraverso l’economia riguarda tutto il territorio nazionale ed anche la nostra regione, ma soprattutto riguarda un settore importante come quello delle opere pubbliche”.

Laura Carmen Paladino

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