Tradizione, innovazione e tutela dell’ambiente: la formula vincente delle nuove imprenditrici agricole
di Amelia Vescovi
Sono ormai 220.079 le aziende agricole dirette da donne in Italia: quasi un’impresa su tre (28,9%) si tinge di rosa, prevalentemente in Sicilia, Puglia e Campania. Sono i numeri comunicati da Coldiretti Donne Impresa, in occasione del suo 60esimo anno dalla nascita, sui dati Unioncamere relativi al secondo trimestre del 2014.
Dopo il settore commerciale, il mondo agricolo diventa quello che registra maggiore partecipazione femminile dal punto di vista economico.
Queste le attività in cui le imprenditrici agricole si sono prevalentemente specializzate:
- la trasformazione dei prodotti,
- il settore dell’agribenessere,
- le fattorie sociali,
- il recupero di antiche varietà,
- le fattorie didattiche,
- gli agriasilo,
- la pet-therapy.
E grande presenza femminile emerge nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, la rete europea di punti vendita di alimenti di stagione, di provenienza certificata, e a km zero, così come negli agriturismi e nelle associazioni per la tutela di prodotti tipici nazionali come vino e olio.
Questo accade perché le donne, soprattutto le giovani imprenditrici, stanno investendo energia e risorse nella multifunzionalità del settore agricolo, ossia la capacità di inventare nuove attività che affiancano e promuovono ulteriormente quella principale di produzione. A ciò si aggiungono l’inclinazione femminile al rispetto per l’ambiente e la volontà di divulgare il valore della vita a contatto con la natura.
Una realtà in continuo movimento testimoniata dalle esperienze delle donne che hanno partecipato ad una mostra, organizzata per il compleanno di Coldiretti Donna Impresa, dedicata ai business che trasformano la tradizione in innovazione, in vista di un rilancio dell’economia agricola. Giochi del passato contadino azionati dall’energia solare, detersivi ecocompatibili realizzati con le erbe aromatiche, cappelli confezionati con il grano locale: e anche imprese multiservizio come la “wedding planner green”, che propone soluzioni alternative ed ecologiche per il ricevimento nuziale.
Lorella Ansaloni, responsabile di Coldiretti Donna Impresa, ci aiuta a comprendere il fenomeno del protagonismo femminile nelle aziende agricole.
A cosa si ascrive principalmente l’aumento di imprese agricole rosa?
Che l’imprenditoria femminile agricola italiana sia oggi un fenomeno di grande interesse, nei suoi connotati qualitativi oltre che quantitativi, lo dimostrano anche i numeri. Quella che negli anni Settanta veniva definita, con qualche nota di negatività, come femminilizzazione dell’agricoltura (prevalentemente sostituzione del lavoro maschile), negli anni Novanta diventa presenza femminile nella direzione dell’impresa a pieno titolo e con diversi elementi di innovatività. Le titolari donne rappresentano ormai circa il 30% dell’universo, dato confermato anche dall’iscrizione alle Camere di Commercio. La titolarità femminile si estende ormai anche alle imprese di medie dimensioni; migliora il livello di istruzione delle donne titolari; si assiste ad una nuova attenzione da parte di tante donne giovani verso l’“avventura” della imprenditoria agricola.
L’indentikit delle nuove imprenditrici agricole: è giovane, laureata e, soprattutto, non ha timore di intraprendere in settori innovativi e strategici della multifunzionalità rurale, in primis la nascente “agricoltura sociale e didattica”, attenta alla formazione dei più giovani.
Quali orizzonti occupazionali ha aperto la legge di orientamento 228 del 2001?
Da poco più di un decennio le prospettive di sviluppo della nostra agricoltura possono contare su una visione innovativa del settore primario, che va sotto il nome di multifunzionalità.
Questa formulazione ha trovato sempre più spazio nei documenti ufficiali dell’Unione Europea, così come in tutti i dibattiti relativi alle nuove opportunità offerte dall’agricoltura. Ma che cosa s’intende esattamente con questa espressione?
Un’agricoltura che non si limiti alla semplice produzione di materie prime a scopo alimentare, ma che punti a svolgere una serie di funzioni e servizi aggiuntivi a beneficio dell’intera società: questo è, in sintesi, il senso dell’idea di agricoltura multifunzionale, un’agricoltura di servizio, capace di rapportarsi in modo nuovo con la propria comunità di riferimento e con tutti gli attori che, a vario titolo, vivono e operano all’interno delle aree rurali.
Quali sono state e sono ancora le difficoltà incontrate dalle donne che intendono fare impresa nell’agricoltura?
Sebbene l’impresa agricola non sia economicamente femminile o maschile, le imprese connotate in rosa trovano maggiore difficoltà nell’accedere al credito, dato contrastante, in quanto poi le stesse hanno maggiore capacità di solvenza dello stesso.