EDUCAZIONE E FORMAZIONE

Una Winter School in India

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mariangela-giustiEsperienza di formazione per studenti di psicologia, giurisprudenza, economia, educazione
di Mariangela Giusti, Docente di pedagogia interculturale all’Università di Milano Bicocca 

Due anni fa è stata organizzata una mostra al “Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata” di Milano, con una trentina di Patachitra che in lingua bengali significa “pezzo di tessuto”. Si tratta di racconti dipinti su lunghe strisce di carta, poi rinforzate con stoffa e chiamati in inglese “scroll paintings ”.Della mostra hanno parlato vari quotidiani a livello nazionale: Corriere della Sera, Sole 24 ore, Repubblica, con ampi articoli.

La mostra ha consentito al pubblico milanese e italiano di conoscere una tradizione artistica e artigianale tipica delle donne di una parte lontana del mondo. E’ una tradizione risalente a più di 2500 anni fa che riguarda in modo particolare le donne dei villaggi della zone del West Bengal, dette Patua e Chitrakar. In quella zona si svolgerà una Winter School India organizzata dall’Università di Milano Bicocca nel mese di gennaio 2015.
Quella dei “Dipinti cantati” é una forma artistica caratterizzata da pittura e canto, che le donne accompagnano allo srotolamento del dipinto su tessuto, avendo la possibilità di raggiungere anche il pubblico delle ragazze e delle donne dei villaggi più sperduti, che sono in gran parte analfabete. La Winter School India dell’Università Bicocca, che ha come partner BMW Italia, rappresenta una sorta di ponte culturale, una possibilità di creare contatto, comprensione e rispetto reciproco tra le diversità. Proprio per questo gli studenti che partecipano alla Winter School appartengono a dicersi Corsi di Laurea dell’Ateneo milanese.
Gli scrolls racchiudono tre elementi importanti della cultura indiana, da cui anche le donne occidentali hanno molto da imparare.

donna-indianaIl primo elemento riguarda la continuità col passato, lungo un filo socioculturale ininterrotto. Nei patachitra, riquadro per riquadro, ritroviamo storie delle divinità hindu, descrizioni del mondo femminile, notizie nazionali e internazionali. I temi più raffigurati sono quelli tradizionali (storie di Dei indù, episodi dei due poemi epici sacri della tradizione religiosa e filosofica indù: il Rāmāyana e il Mahābhārata). A questi si affiancano temi che ritraggono il mondo femminile attuale: tipiche mansioni nell’ambito della società rurale indiana, episodi connessi a alcune usanze tradizionali (a cui ancor oggi, molte donne sono costrette a sottostare), lotte sociali, in cui le donne tentano di ribellarsi a tali imposizioni.
Negli ultimi anni le donne Chitrakar hanno ampliato il loro repertorio, dimostrando di essere aderenti al presente. Parecchi scrolls delle artiste Chitrakar raccontano fatti e temi d’interesse mondiale: l’attentato alle Torri Gemelle dell’ 11 Settembre 2001, disastri ambientali come lo Tsunami del 2004 e quello del Giappone del 2011, problemi legati alla salute come l’HIV.
Questa forma d’arte è viva fra i Patua Chitrakar del villaggio Naya dell’India (Bengala Occidentale, distretto di Medinipur). Si tratta di una comunità artisti in parte hindu e in parte musulmani, ma pacificamente conviventi nello stesso villaggio, dove portano tutti lo stesso cognome: Chitrakar appunto, che significa “creatori di pittura”.
Un altro elemento raffigurato é l’illustrazione del motto della nazione indiana: “Unità nella diversità”. Le donne che nei villaggi del West Bengala hanno ereditato la tradizione dei dipinti sono in gran parte musulmane, ma si intrecciano alla religione hindu, testimonianza della coesistenza in India di religioni diverse. Le artiste Chitrakar ricavano sostegno finanziario dal loro lavoro, che è simbolo di un’ emancipazione economica e sociale che a sua volta vuole farsi voce nella lunga strada che l’India deve ancora percorrere verso la parità. Ciascuno dei venticinque studenti dell’Università Bicocca sapranno far rientrare l’esperienza della Winter School nal villaggio Naya delle donne Chitrakar nel loro personale bagaglio di formazione.

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