Ambiente Imprenditoria

Bioeconomia, il contributo delle foreste

Le foreste contribuiscono al contrasto al cambiamento climatico e allo sviluppo dei mercati della bioeconomia grazie ai loro servizi eco-sistemici. Il Report del CREA

 

Presentato dal CREA Politiche e Bioeconomia il Report Progetti forestali di sostenibilità 2019, l’analisi dei mercati volontari dei servizi ecosistemici e dei crediti di carbonio. Il Report è stato presentato in occasione del workshop “I servizi eco-sistemici forestali: stato dell’arte e strategie di sviluppo dei mercati volontari e delle misure forestali dei PSR” (Programmi di sviluppo regionale) il 28 gennaio 2020.

I servizi della bioeconomia

Durante il workshop organizzato dal CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) Politiche e Bioeconomia, con il suo Nucleo di Monitoraggio del carbonio, nell’ambito delle attività delle Rete Rurale Nazionale, si è messo in evidenza il ruolo cruciale delle foreste per la loro capacità di generare diversi servizi eco-sistemici che contribuiscono ampiamente all’assorbimento del carbonio atmosferico. Proprio grazie a questa sua capacità entra a far parte della bioeconomia in quanto i proprietari (o gestori) di boschi e foreste possono alimentare un mercato etico che offra beni e servizi rinnovabili e sostenibili. D’altro canto la stessa Commissione Europea ha definito la bioeconomia come un’economia basata sull’utilizzazione sostenibile di risorse naturali rinnovabili e sulla loro trasformazione in beni e servizi finali o intermedi. Per questo comprende settori tradizionali come l’agricoltura, la pesca, l’acquacoltura e la selvicoltura, ma anche settori economici di nuova generazione come quelli delle biotecnologie e delle bioenergie. E, in un periodo in cui nell’agenda politica è entrato finalmente anche il tema ecologico, non si può negare che oggi un’economia verde (Green economy) sia collegata indissolubilmente alla bioeconomia, di cui gli imprenditori che si occupano di foreste sono esponenti fondamentali.

Il valore delle foreste per gli imprenditori della Bioeconomia

I ricercatori del Joint Research Centre della Commissione Europea hanno stimato che il valore di 6 Servizi ecosistemici (produzione di prodotti agricoli, fornitura di legname, regolazione del clima, controllo delle inondazioni, impollinazione e attività ricreative basate sulla natura) è pari, per tutta l’Unione Europea, a 124,87 miliardi di euro all’anno. Le foreste, seguite dalle zone umide, sono gli “asset” con il più alto valore di Servizi ecosistemici (SE) prodotti per unità di superficie (rispettivamente circa 440 e 270 euro per ettaro ogni anno). Il valore complessivo dei SE forniti è costituito da due componenti: una componente monetaria, pari al 28,2% del valore complessivo dei servizi erogati, relativa a prodotti con mercato (il legname nel caso del settore forestale) che viene venduta creando quindi forme di reddito per i proprietari-gestori dei boschi, e una componente complementare, pari al 71,8% del valore complessivo, che non corrisponde di norma a modalità di compensazione-remunerazione per i proprietari-gestori e per questo motivo chi opera in questo settore della bioeconomia può usufruire dei vari strumenti economico finanziari a disposizione.

Gli strumenti economico-finanziari

L’ecosistema forestale, grazie alla sua capacità di generare più tipologie di servizi eco-sistemici di approvvigionamento, di regolazione e culturale-ricreativi, è quello che maggiormente contribuisce all’assorbimento del carbonio atmosferico e alla erogazione degli altri servizi eco-sistemici.

I proprietari/gestori forestali che offrono tali servizi possono essere motivati con diversi strumenti finanziari, attivati grazie ad interventi pubblici e a pagamenti diretti da parte dei beneficiari.

Tra gli strumenti finanziari di questo tipo ci sono sia quelli tradizionali quali contributi, compensazioni e sgravi fiscali (Piani di Sviluppo Rurale, fondi FEASR) sia i cosiddetti “market-based” ovvero quelli ispirati dagli ordinari meccanismi di mercato, quali ad esempio gli schemi per Pagamenti per Servizi Ambientali (Payments for Environmental Services – PES).

Nel 2018, come è stato illustrato nel report, i finanziamenti che hanno contribuito alla realizzazione dei progetti monitorati ammontano a 904.200 euro, con il 97% dedicato a progetti di afforestazione e il restante 3% a progetti per il miglioramento dell’habitat. Nel complesso gli investimenti programmati dalle regioni per le misure 8 e 15 dei PSR regionali 2014-2020 che mirano direttamente alla generazione di Servizi Ecosistemici, ammontano a 1.180.105.342 euro, ma al 31 dicembre 2018 sono stati spesi solo 223.573.399 euro. Ciò significa che c’è ancora molto spazio per nuovi progetti.

Ma perché la UE ha deciso di investire in questo settore? Perché le politiche ecologiche basate solo sugli ideali etici, come purtroppo si è dimostrato, non sono state sufficienti e quindi si è capito che si possono conservare e gestire gli ecosistemi, tra cui le foreste, anche attraverso l’uso di strumenti di mercato, cioè “strumenti di regolazione che incoraggiano il comportamento attraverso segnali di mercato invece che tramite direttive esplicite”  (Stavins, 2001), come dimostra il movimento creato da Greta Thunberg che ha alle spalle proprio grosse aziende private che intendono fare affari nella green economy. Per parlare chiaramente: deve finalmente passare il concetto che per guadagnare non occorre per forza distruggere l’ecosistema.

Progetti forestali di sostenibilità 2019

Proprio il report “Progetti forestali di sostenibilità 2019” è servito a illustrare tutti i progetti forestali realizzati in Italia e da organizzazioni italiane all’estero grazie a questi strumenti finanziari nell’ambito dei mercati volontari dei Servizi Ecosistemici, oltre al consueto mercato nazionale dei crediti di carbonio, entrambi legati all’ambito forestale. L’indagine, realizzata annualmente dal Nucleo di Monitoraggio del carbonio del CREA, ha monitorato 17 progetti, che hanno permesso complessivamente l’assorbimento di 11.600 tonnellate di CO2 e la produzione di diversi altri servizi eco-sistemici.

Il report – scaricabile alla seguente pagina web www.nucleomonitoraggiocarbonio.it/it/filesvari/pubblicazioni/2020/Report_StatoMercatoForestaleCarbonio_2019.pdf – contiene anche un’analisi dettagliata di quei servizi legati ai Programmi di Sviluppo Rurale e ai progetti europei Life e Horizon, ed un focus sulla tempesta Vaia, che si è abbattuta nell’ottobre 2018 nel Nordest italiano con un impatto considerevole sull’ecosistema forestale, in termini sia di sovra-offerta di legname (8,7 milioni di metri cubi, pari alla quantità di legname lavorata mediamente dall’industria italiana in un anno) sia di infrastrutture forestali e di revisione dei piani di assestamento e di pianificazione (venendo meno le tradizionali funzioni di difesa da frane, smottamenti e valanghe) sia delle funzioni turistico-ricreative.

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