Lavoro Opportunità

Occupazione nel secondo trimestre 2020

Divulgato il report con i dati sulla occupazione nel secondo trimestre 2020 forniti dalle fonti istituzionali Istat, Ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal

Occupazione nel secondo trimestre 2020 in grave diminuzione a causa del calo delle ore lavorate per via dell’emergenza sanitaria. Questo il principale dato fornito dalla visione del quadro d’insieme. A causa della forte flessione delle attività economiche anche l’occupazione subisce un calo, che è del 17% rispetto all’anno precedente e dell’11,8% rispetto al trimestre precedente.

Occupazione nel secondo trimestre 2020
C’è poco da sorprenderci per questi dati negativi dal momento che il Pil dell’ultimo trimestre è sceso del 12,8% rispetto al mese precedente. Il lockdown non poteva di certo non provocare danni a livello economico e occupazionale. La nota congiunta divulgata da Istat, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Inps, Inail e Anpal consente di approfondire la questione evidenziando i seguenti aspetti:

Quale calo di occupazione nel secondo trimestre 2020
A livello congiunturale diminuisce l’occupazione dipendente in termini sia di occupati (-2,1%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro) sia di posizioni lavorative (-3,9%, Istat, Rilevazione Oros). Tra le posizioni lavorative dei dipendenti del settore privato extra-agricolo, il calo congiunturale si registra nell’industria in senso stretto (-0,9%, -35 mila posizioni), nelle costruzioni (-0,8%, -7 mila posizioni) e, soprattutto, nei servizi (-5,5%, -462 mila posizioni). Nel secondo trimestre 2020, nei dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali tratti dalle Comunicazioni obbligatorie (CO) rielaborate, le attivazioni sono state 1 milione 548 mila e le cessazioni 1 milione 884 mila, entrambe in forte calo in confronto al trimestre precedente (-39,5% e -24,4%, rispettivamente).

Le tendenze della occupazione nel secondo trimestre 2020
A livello tendenziale l’occupazione dipendente subisce una consistente riduzione in termini sia di occupati (-3,4%) sia di posizioni lavorative riferite ai settori dell’industria e dei servizi (-4%). Il calo si riscontra anche nei dati delle CO (-174 mila posizioni lavorative rispetto al secondo trimestre del 2019) e si accentua nei dati Inps-Uniemens (-818 mila posizioni lavorative) che hanno un diverso perimetro di osservazione e misurano la situazione puntale a fine trimestre (30 giugno).

Occupazione nel secondo trimestre 2020. Il lavoro indipendente
Il lavoro indipendente, secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, continua a diminuire sia in termini congiunturali (-101 mila occupati, -1,9%) sia su base annua (-219 mila occupati, -4,1%).

Chi ha cercato occupazione nel secondo trimestre 2020
Secondo i dati Istat della Rilevazione sulle forze di lavoro, il calo tendenziale dell’occupazione (-841 mila unità, -3,6%) si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-647 mila) e alla forte crescita degli inattivi (+1 milione 310 mila).

Le posizioni lavorative aperte
Dopo la crescita ininterrotta dal 2015, si riscontra una diminuzione congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti sulla base delle CO (-337 mila posizioni rispetto al primo trimestre 2020), dovuta all’accentuarsi del calo di quelle a tempo determinato (-383 mila in tre mesi; era -30 mila lo scorso trimestre) e al rallentamento della crescita delle posizioni a tempo indeterminato (+47 mila; era +94 mila nel primo trimestre 2020). Queste tendenze continuano ad essere influenzate dal numero di trasformazioni a tempo indeterminato (+109 mila), seppur con minore peso: l’incidenza delle trasformazioni sul totale degli ingressi a tempo indeterminato (attivazioni e trasformazioni) scende dal 23,6% del primo trimestre 2020 al 22,1% nel secondo trimestre 2020.

I contratti di lavoro a tempo indeterminato
Su base annua le posizioni lavorative a tempo indeterminato rallentano la crescita nei dati delle CO (+310 mila in un anno; era +407 mila nel primo trimestre 2020 e +527 mila nel quarto trimestre 2019); anche nei dati Inps-Uniemens la crescita tendenziale è meno rilevante in confronto ai precedenti trimestri (+294 mila, +376 mila e +485 mila, rispettivamente).

I contratti di lavoro a tempo determinato
La dinamica delle posizioni a tempo determinato nei dati delle CO risulta fortemente negativa (-485 mila). Tale andamento è molto più marcato nei dati Inps-Uniemens riferiti alle sole imprese private (1 milione 112 mila in meno nel secondo trimestre 2020), in quanto registrano la situazione a fine periodo e comprendono anche il lavoro in somministrazione e intermittente.

Le perdite progressive
Analizzando la dinamica delle posizioni lavorative a partire dai flussi giornalieri cumulati delle CO nel 2020 rispetto all’analogo periodo del 2019, a partire da marzo 2020 si registra una progressiva perdita di posizioni lavorative che al 30 giugno arriva a circa -578 mila posizioni, di cui -424 mila a termine; a 1 milione 567 mila attivazioni in meno si accosta il calo di 988 mila cessazioni, dovuto principalmente ai rapporti di lavoro dipendente di breve durata non attivati in precedenza oltreché al blocco dei licenziamenti.
Considerando le CO, nel secondo trimestre 2020 si riscontra una forte riduzione dell’incidenza delle posizioni lavorative attivate a tempo determinato con una durata prevista fino a 7 giorni (l’8,9% rispetto al 25,8% nel secondo trimestre 2019), soprattutto a seguito del periodo di lockdown.

Occupazione nel secondo trimestre 2020 dei lavoratori in somministrazione
Dopo quasi sei anni di continua crescita e il calo nel 2019, nel secondo trimestre 2020 il numero dei lavoratori in somministrazione subisce una ulteriore e più accentuata riduzione tendenziale scendendo a 313 mila unità (-19,4% nei dati Inps-Uniemens). Anche il numero dei lavoratori a chiamata o intermittenti presenta un brusco calo (-59,6% rispetto all’analogo trimestre del 2019 nei dati Inps-Uniemens), dopo tredici trimestri di crescita ininterrotta e il calo nel primo trimestre 2020, attestandosi a 111 mila unità.

Le prestazioni occasionali
Nei primi sei mesi del 2020 il Contratto di Prestazione Occasionale ha visto mediamente coinvolti, ogni mese, circa 11 mila lavoratori (19 mila in media mensile nel 2019). La numerosità dei lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia, ogni mese, è stata mediamente di 9 mila unità nel 2019; a seguito delle disposizioni del c.d. bonus baby-sitting, da marzo 2020 c’è stato un progressivo aumento fino a 185 mila a giugno 2020.

Gli infortuni sul lavoro. L’impatto del Covid-19
Gli infortuni sul lavoro accaduti e denunciati all’Inail, nel secondo trimestre del 2020 sono stati 94 mila (86 mila in occasione di lavoro e 8 mila in itinere), 42 mila denunce in meno (-31,1%) rispetto all’analogo trimestre del 2019; quelli con esito mortale sono stati 163 (135 in occasione di lavoro e 28 in itinere), 49 in meno rispetto al secondo trimestre del 2019. Nel complesso, il calo degli infortuni sul lavoro è influenzato dalla sospensione delle attività produttive considerate non essenziali per il contenimento dell’epidemia da Covid-19, dal blocco della circolazione stradale, ecc., riprese gradualmente e in maniera controllata da maggio. Come nel primo trimestre 2020, i soli settori che hanno registrato aumenti nelle denunce sono stati la sanità-assistenza sociale e l’amministrazione pubblica per gli organismi preposti alla sanità, sostanzialmente a causa della diffusione del Covid-19 in ambito lavorativo. Al 31 luglio 2020 sono pervenute complessivamente 51 mila denunce infortunistiche (di cui 276 per esito mortale) conseguenti al contagio dal Covid-19 in ambiente lavorativo o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa.

Le malattie professionali
Le malattie professionali denunciate all’Inail e protocollate nel secondo trimestre del 2020 sono state 6.296, in diminuzione di ben 10.440 casi (-62,4%) rispetto all’analogo trimestre dell’anno precedente. Il rilevante calo è fortemente condizionato sia dalla chiusura di molte aziende nel periodo di lockdown sia dalla difficoltà oggettiva, almeno in quel contesto, di ricorrere ai presidi sanitari e amministrativi correlabili all’invio delle denunce di malattia professionale.

FOTO DI M. SIDERI

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