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Maratona per l’ Europa del futuro

La regina delle TLC Candace Johnson alla Maratona per l’Europa del futuro e a seguire le donne simbolo della comunicazione tecnologica

Nell’Europa del futuro ci sarà spazio per le donne della tecnologia, le donne delle lauree STEM, le donne che si sono liberate dalle catene di una cultura maschile che le vuole relegate nei ruoli canonici di cura della famiglia e della casa.

La tecnologia nell’Europa del futuro. Lo sguardo di Candace
“La tecnologia è solo uno strumento che deve essere utilizzato dalle persone. In quanto tale, penso che la società e i cittadini di oggi siano nella posizione di poterla utilizzare in modi che, si spera, renderanno il mondo migliore”. Lo ha affermato Candace Johnson, co-initiator of SES/Astra and SES Global, president of the VATM, the Association of Private telecom operators in Germania and founding president of the Global Telecom Women’s Network (GTWN), in occasione della “Maratona per l’Europa”, l’Europa del futuro, evento online organizzato dagli Stati generali delle donne che si è svolto nei giorni scorsi.
L’evento ha ospitato, nel panel internazionale, alcune donne di primo piano, tra cui l’imprenditrice ed esperta di telecomunicazioni Candace Johnson, co-initiator di SES Astra e SES Global, uno dei più grandi sistemi satellitari del mondo. Una passione, quella per le telecomunicazioni, che è stata strasmessa dal padre, che è stato uno dei primi professionisti delle TLC e dei satelliti negli Stati Uniti. Johnson ha lanciato SES Astra nel 1983.

Il contributo di Candace all’Europa del futuro
L’obiettivo principale di questo progetto satellitare era quello di portare la “libertà di scelta” nella visione della televisione alle persone in tutta Europa. “In seguito”, ha detto, “ho lavorato per espandere l’offerta di libertà di scelta di SES Astra per includere le telecomunicazioni transfrontaliere private con Teleport Europe nel 1991, la prima rete di telecomunicazioni B2B transfrontaliera in Europa, e poi per espandere nuovamente la sua offerta con Internet a banda larga creando Europe Online nel 1993”. Johnson ha detto di essere stata fortunata a creare molti “primati” dall’inizio della sua carriera. Oltre a lanciare progetti con SES Astra, Teleport Europe e SES Global, è stata coinvolta nella creazione della prima rete di rilevamento della situazione spaziale e di imaging iper spettrale al mondo con NorthStar Earth and Space.

Lo spazio, le donne e l’Europa del futuro
L’imprenditrice e fondatrice è anche coinvolta nel fondo di capitale di rischio spacetech, Seraphim Capital, nonché nell’Oceania Women’s Network Satellite (OWNSAT), che ha investito in Kacific per portare Internet a banda larga e comunicazioni critiche nelle isole del Pacifico. “Penso che la cosa di cui sono più orgogliosa” ha spiegato “sia davvero essere il capo architetto di SES Global e realizzare il sistema satellitare SES Astra, che è diventato il più grande sistema satellitare del mondo nel 2001 con l’acquisto di GE Americom. Oggi, questo è dato per scontato, ma all’epoca non era così”. La sfida più grande che Johnson ha dovuto affrontare nella sua carriera è stata durante l’inizio della rivoluzione digitale nei primi anni ’90. In questo momento, SES Astra era l’obiettivo di un’acquisizione da parte di importanti personalità dei media. “Il consiglio di amministrazione di SES Astra”, ha ricordato, “era aperto a questa offerta poiché avevamo molti banchieri nel consiglio e non erano sicuri di cosa potesse portare la rivoluzione digitale. Come è noto, i banchieri odiano il rischio. Ho cercato di dimostrare loro che la rivoluzione digitale avrebbe offerto opportunità incalcolabili a SES Astra e che, soprattutto, era importante mantenere la libertà di scelta che era stata il DNA di SES Astra”. Ora Johnson vede un’altra sfida contro la quale vuole combattere. “Credo che la sfida più grande mia e di tutti sia la crisi climatica”, ha concluso, “Sto facendo tutto il possibile per portare le imprese globali a fare la loro parte nella lotta alla crisi climatica. Sono convinto che possiamo farlo se tutte le migliori aziende del mondo si uniscono”.

Recovery resilience facility per l’Europa del futuro
Il Recovery Fund è stato invece al centro dell’intervento della presidente della commissione urbanistica del Comune di Pavia, Maria Pia Tanaso, che ha ricordato come il Piano per la Ripresa dalla recessione provocata dalla Covid-19 sarà basato su tre pilastri. Il primo sarà costituito anzitutto dalla Recovery and Resilience Facility (Rrf), che avrà un “chiaro legame” con il semestre europeo, quindi anche con le raccomandazioni specifiche per Paese, e finanzierà negli Stati membri “investimenti e riforme chiave” allineati con le “politiche europee”. Il secondo pilastro mira a rilanciare l’economia e gli investimenti privati, specie in ambiti strategici come il 5G, l’intelligenza artificiale, l’idrogeno, le energie rinnovabili. Il terzo pilastro del Recovery Instrument rafforzerà programmi comuni come RescEu, il Meccanismo Ue di protezione civile che sta costituendo riserve strategiche di materiale protettivo e di ventilatori polmonari, e Horizon Europe, il programma di sostegno alla ricerca.

La comunicazione nell’Europa del futuro
Sono poi intervenute Antonina Giacobbe, direttrice ed editrice del periodico “Vivi Tenerife” (magazine in lingua italiana) che ha spiegato alcune problematiche che si vivono alle Canarie. “Sono qui da 10 anni” ha spiegato. “Le Canarie sono una regione spagnola a sé. Qui la donna solo al 50% viene presa in considerazione e riconosciuta. Purtroppo però la violenza sulle donne è in percentuali superiori all’Italia. Noi non siamo una vera entità, ma siamo il mondo perché viviamo di turismo. Considerate che in una scuola ci sono 140 nazionalità, che si integrano benissimo e non c’è razzismo. La povertà invece emerge dal lavoro, che non è riconosciuto e sottopagato. La busta paga di una donna è inferiore a quella di un uomo. C’è inoltre difficoltà a promuovere la cultura”.

Luigia Caponi

Comunicare l’idea di Europa del futuro
Luigia Caponi, cofondatrice del think tank NED New European Dream ha parlato per quel “22% di donne del sud che ci crede e ha fiducia. Perché il futuro viene insieme alla fiducia”.
Serena Battistoni, ora a Edimburgo, ha raccontato la sua esperienza che dall’Italia l’ha portata a vivere all’estero. Ora in Scozia segue anche il portale “Faccio come mi pare”, ovvero il blog di chi vive all’estero e dove intervista italiani nel mondo. “Ho lasciato l’Italia 7 anni fa per andare prima in Australia e poi in Scozia” ha spiegato, “e lì ho visto le differenze tra essere una cittadina europea e no. In Scozia per esempio ho avuto diritto all’istruzione e ho potuto laurearmi una seconda volta in informatica. Ho avuto molto supporto in quanto donna. Questa è l’Europa che conosco io e che ha una porta aperta.
Essere venuta qui in Scozia mi ha permesso di conoscere un paese più gentile con le donne, non solo perché il premier è donna e la regina è donna, ma soprattutto perché ho trovato meno resistenza sull’età e sul fatto di essere donna e sull’eventuale maternità. In Italia a 25 anni mi hanno chiesto: ‘Hai in progetto di avere figli?’ Qui non esiste. Ovviamente anche questo non è un Paese perfetto: c’è differenza nel salario e c’è scarsa rappresentanza di donne al comando nei vari settori. Sono grata alla Scozia. Mi spiace però che in Gran Bretagna il sogno europeo sia finito, anche se la Scozia ha votato per rimanere”.

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