Dagli stati generali di Federmep focus sul comparto wedding in vista della ripresa dei matrimoni. Intervista esclusiva alla wedding planner Daniela Ferrara
Il wedding è uno dei comparti che più sta pagando lo scotto della pandemia visto lo “stop” ai matrimoni dello scorso anno cui è seguito uno stop ai festeggiamenti post cerimonia che sta proseguendo anche quest’anno. E dobbiamo considerare che quello dell’organizzazione dei matrimoni è un distretto intorno al quale si muovono professionisti di varie categorie: stilisti, ristoratori, fotografi, musicisti, gestori di locali, catering e wedding planner nonché il comparto del cosiddetto wedding tourism, solo per citarne alcuni. Un’industria che solo nel 2019 aveva contribuito al PIL nazionale con un fatturato di 486 milioni di euro.
Gli Stati generali del Wedding
Si sono tenuti online, in questo significativo mese di aprile, gli Stati Generali del Wedding, promossi da Federmep (Federmatrimoni ed eventi privati) che hanno messo in luce i motivi per cui il comparto dell’organizzazione dei matrimoni è in crisi. I dati che testimoniano la crisi sono quelli diffusi di recente dall’Istat: nel 2020 i matrimoni sono calati di più della metà rispetto all’anno precedente. Infatti, a fronte di 184.088 nozze celebrate nel 2019, nel 2020 i matrimoni sono stati soltanto 87.750 (-52,3%). Questo perché durante la pandemia la maggior parte dei matrimoni è stata cancellata o posticipata a tempi migliori e i festeggiamenti per le nozze sono stati possibili soltanto nel periodo estivo. Questa situazione ha generato una perdita di fatturato di tutto il comparto del matrimonio. Parliamo di una perdita dell’85/95% rispetto all’anno precedente (e per alcune forniture anche del 100%). Inoltre, le prospettive per il 2021 non sono di certo rosee, poiché già si prospetto un ulteriore 75% di perdita in tutto il comparto matrimoni ed eventi privati.
I matrimoni cancellati
Secondo lo studio dell’Istat, le coppie formate da giovani tra i 20 e i 28 anni hanno cancellato le nozze, mentre le coppie tra i 28 e i 38 anni hanno posticipato la data al 2021 o al 2022. L’87% degli intervistati ha ammesso di aver posticipato a causa della defezione della maggior parte degli invitati. Anche in questo frangente così particolare, il supporto da parte dei wedding planner c’è stato, tanto che il 57% degli intervistati ha dichiarato di averlo ricevuto, anche da parte dei fornitori interpellati per l’organizzazione del matrimonio.
La nostra intervista esclusiva alla wedding planner Daniela Ferrara
Visto il momento tanto particolare, dopo gli Stati generali del Wedding abbiamo intervistato Daniela Ferrara, wedding planner titolare dell’agenzia “Un Giorno Un Sogno Wedding & Events”, socia fondatrice e componente della delegazione Piemonte Federmep. Con lei abbiamo approfondito l’argomento e le abbiamo chiesto qual è ad oggi lo stato di salute del settore wedding in Italia.
Daniela Ferrara, quali sono state le criticità più rilevanti nel settore wedding?
“Durante questo periodo di pandemia sono emerse una serie di criticità legate fondamentalmente al livello di visibilità del settore nei confronti degli organi governativi, di fatto creando la necessità da parte degli operatori del settore di unirsi compatti in un’Associazione che fosse rappresentativa e che avesse come scopo la protezione e la salvaguardia di un comparto economico che fino al 2019 generava circa 25 milioni di euro all’anno, pari all’1,3% del PIL nazionale, che contava circa 50.000 imprese e professionisti, 300.000 impiegati stabili e 150.000 lavoratori stagionali. Un’altra necessità è stata, ed è, quello di ricevere dal Governo regole chiare e precise per una ripartenza, partendo dal presupposto che si tratta di progetti che necessitano una programmazione a medio/lungo termine. Le azioni di sostegno messe in campo dal Governo hanno dato una esigua boccata di ossigeno ma non sono state assolutamente sufficienti. Ecco le ragioni della nascita di FEDERMEP, l’Associazione nazionale dei matrimoni ed eventi privati”.
Come vede il futuro del Wedding?
“Il futuro promette bene. La proiezione indica un aumento dei matrimoni del 75% (rispetto al 2019) nel prossimo 2022 con un generale aumento della spesa affrontata dalle coppie per l’organizzazione del loro matrimonio. Oltretutto, durante questo periodo di pandemia, le coppie hanno realizzato quanto sia importante affidarsi a veri professionisti, soprattutto ai wedding planner, gli organizzatori di matrimoni che sono comunque sempre pronti a tutelare diritti delle coppie, operando dunque nell’interesse della coppia e che sono in grado di risolvere problemi di carattere organizzativo, economico e contrattuale”.
Daniela Ferrara, il mondo del wedding, quanto è femminile? Quali sono le professioni maggiormente gestite da donne in tutta l’industria del matrimonio?
“Nell’immaginario collettivo la figura legata al mondo dei matrimoni è sicuramente quella femminile, ma non dobbiamo farci trarre in inganno: il mondo del wedding non è solo femminile. Nella realtà dei fatti uomini e donne si distribuiscono uniformemente in ogni ambito lavorativo. Il mondo dei matrimoni non è soltanto fatto di wedding planner e bomboniere (per quanto importanti siano questi aspetti) ma anche di una serie di maestranze: dal bartender, ai fotografi, ai tecnici audio/luci, ai sommelier, agli chef etc. Dietro a un evento si nasconde il lavoro di tantissime persone che spesso non associamo nemmeno al “mondo del matrimonio”, ma proprio per questo tutto il comparto produce un così alto valore di fatturato per l’economia italiana. La nostra filiera è uno spaccato importante delle piccole e medie imprese italiane che sono una peculiarità del nostro Paese e che proprio per questa ragione necessitano di una particolare tutela. Questa è una realtà fatta di arte, di bellezza, di storia, di artigianalità, di grande creatività e fantasia così come di grande impegno e di grande serietà, caratteristiche tutte italiane che fanno sì che il nostro Paese sia ammirato e amato dalla gran parte del resto del mondo. Le donne ci sono, sono presenti in questa realtà lavorativa. Imprenditrici e valide professioniste che hanno messo a frutto le loro esperienze e le loro capacità nel compito di rendere il mondo un posto migliore, con il desiderio di far felici le persone che si affidano a loro per il giorno più bello della loro vita.
“Per rispondere alla seconda domanda, le donne, grazie alla loro natura più sensibile ed essendo particolarmente orientate alla sfera emozionale e creativa, si occupano principalmente di gestire l’organizzazione del matrimonio (wedding planner) e le relazioni con i clienti, fatte non solo di numeri ma di ascolto e pazienza e della parte artistica e scenografica di un evento. Le altre figure che emergono da questo mondo sono titolari di aziende di catering, flower designer, fotografe, titolari di location, titolari di tenute di produzione vini, produttrici di oggettistica, musiciste, allestitrici e wedding designer. Anche nel mondo del marketing per il matrimonio, le figure femminili stanno diventando sempre più numerose. Non ci sono imprese nel mondo del wedding precluse alle donne o che non abbiano esponenti femminili al proprio interno”.
Le aziende come stanno affrontando lo stallo economico e cosa prevedono per il futuro? Sono previsti aiuti dallo Stato o la possibilità di assumere un nuovo approccio al modus operandi dell’indotto del wedding?
“È doveroso dire che questo periodo – che per altro non è ancora finito – è davvero duro e difficile, inutile negarlo. Siamo stati colti di sorpresa da un evento di dimensioni mondiali che ha di fatto cambiato la vita di tutti. Le aziende stanno tenendo duro quanto più possibile a fronte di sacrifici enormi. Questo è un lavoro che si ama dal profondo del cuore e non si abbandona facilmente.
Al momento viviamo con la speranza di un futuro migliore ma è necessario restare sempre concreti e non abbassare la guardia. Dobbiamo però ammettere che questa situazione ha generato una consapevolezza negli operatori del settore wedding: da soli non possiamo fare molto per cambiare il mondo, uniti invece possiamo diventare una forza e dare luce a un comparto fino a questo momento completamente dimenticato, praticamente invisibile. In quest’ottica sono nati dei gruppi spontanei principalmente sui social fino a sentire l’esigenza di una “casa comune” dove riunire le forze, trovare nuove opportunità e soluzioni alternative e confrontarci.
“Per quello che riguarda gli aiuti dallo stato, essi sono stati poco significativi per poter reggere questo grosso colpo e la situazione ci vede in grande sofferenza. Ma gli aiuti economici, per quanto graditi, non risolvono il vero problema. Dal Governo ci aspettiamo soprattutto chiarezza e protocolli per poter ripartire. La nostra necessità è quella di dare ai nostri clienti una prospettiva reale di ciò che ci attende nei prossimi mesi mentre ora, a un anno abbondante dall’inizio della pandemia il tema è ancora l’emergenza da superare e manca totalmente un progetto a medio/lungo termine.
“Bisogna fare presto nei prossimi mesi perché il nostro è un settore che vive di programmazione, gli eventi vengono programmati a 6/12 mesi. Abbiamo quindi bisogno di provvedimenti urgenti per poter iniziare a lavorare con le coppie che convoleranno a nozze nel 2022. Se tali provvedimenti arrivassero, ad esempio, a dicembre, significherebbe impattare la programmazione per l’anno 2023 e questo creerebbe enormi disagi non solo alle coppie ma soprattutto a tutte le aziende che operano in questo comparto”.
Il matrimonio inteso come organizzazione dell’evento in ogni singolo dettaglio, sarà più come prima o la pandemia sta cambiando qualcosa? Si sogna ancora “il giorno più bello”?
“Non credo che cambierà qualcosa nell’organizzazione di un matrimonio. Penso, anzi, che a causa delle gravi limitazioni a cui abbiamo dovuto abituarci a causa della pandemia, avremo tutti una gran voglia di tornare a festeggiare, se possibile di più e meglio. La voglia di festeggiare sarà il leitmotiv dei prossimi eventi e mi auguro che ‘il giorno più bello’ a questo punto diventi ‘il giorno bellissimo’ dove lasciare alle spalle un periodo scuro e pieno di paure. Il sogno è rimasto, si apprezza ancora di più lo stare insieme, festeggiare, vivere appieno la vita, celebrarla. Sono convinta che abbiamo imparato l’importanza di vivere pienamente l’emozione autentica”.
I matrimoni, volano per il turismo in Italia
Daniela Ferrara di Federmep sottolinea un aspetto del mondo del matrimonio da non sottovalutare, dal punto di vista economico e turistico: “il Governo deve assolutamente tenere in considerazione la promozione all’estero della nostra filiera. Dobbiamo riprendere il nostro posto nel mondo del destination wedding” dichiara Ferrara, “posto che abbiamo perduto a causa di questa emergenza sanitaria. Ci sono nazioni come la Grecia o la Spagna che hanno già iniziato la promozione e che vedono le proiezioni per il futuro in grande aumento rispetto all’Italia. Questo non ce lo possiamo permettere, dobbiamo ritornare al nostro status di meta preferita nel Destination Wedding e ad ambire a diventare meta preferenziale nel settore della Luna di Miele”.
A tal proposito ci sono dati incoraggianti estrapolati dall’Economist: si pensa che nei prossimi due anni assisteremo a un ritorno all’Europa. Prima della pandemia, le destinazioni preferite erano Seychelles e Mauritius mentre ora le proiezioni prevedono un ritorno al Sud Europa, come ad esempio Italia, Spagna, Grecia o Portogallo, dove i turisti avranno chiaramente una maggiore sicurezza per quanto riguarda i rischi legati alla salute.
Durante gli Stati Generali di Federmep è emerso un altro dato positivo: una crescita importante del settore wedding. “Per questo abbiamo bisogno di ripartire subito” conclude Ferrara. “Nel frattempo teniamo duro, continuiamo la nostra formazione e accresciamo le nostre competenze per offrire servizi sempre più all’altezza delle aspettative dei nostri clienti”.