Pari opportunità Società

Donne al futuro, città inclusive e sostenibili

Città più sicure e a misura di donna, città inclusive e sostenibili. Sono queste le città del futuro che già si stanno sperimentando anche in Italia

Finalmente città inclusive, socialmente sostenibili, rispettose delle donne, con un freno alla violenza e alla criminalità. “Città del futuro: Sostenibilità, Sicurezza e Integrazione, una prospettiva di genere” è il titolo del webinar organizzato dall’Istituto delle Nazioni Unite per la Ricerca sulla criminalità e la giustizia (UNICRI), in collaborazione con il Women 20 Engagement Group del G20 e l’Associazione Stati Generali delle Donne. Con Donna in Affari medium partner.

Cosa significa città inclusive e sostenibili
Il futuro delle città sarà inclusivo e sostenibile, con un occhio alla sicurezza e al rispetto delle esigenze delle donne. Lo vuole l’Europa, lo stanno già sperimentando con successo alcune grandi metropoli.
Durante il webinar online che si è tenuto venerdì 9 luglio 2021, un’intera giornata di lavori, è stata portata avanti la discussione sulla costruzione di un processo di urbanizzazione inclusivo e sostenibile, dove nessuno è lasciato indietro e dove i benefici sono condivisi da tutti, in particolare dalle popolazioni più povere e vulnerabili. D’altronde, l’ottica di genere sta nell’Agenda 2030 e nel quadro strategico del G20 della Presidenza italiana, ma soprattutto nel W20 Engagement Group su cui Stati Generali delle Donne ha riposto grandi aspettative. Dall’incontro è emersa l’importanza di includere una prospettiva di genere in tutti i processi di urbanizzazione, specialmente all’indomani della pandemia di Covid-19. In più contesti, e anche durante il webinar coordinato dalla presidente di Stati Generali delle Donne, Isa Maggi, è stato evidenziato quanto la povertà e la vulnerabilità ai tempi del Covid siano state più pesanti per le donne e le ragazze in termini di distribuzione ineguale di risorse e opportunità; accesso alla giustizia; oppressione, violenza ed esclusione sociale. Ecco perché è necessario che le città del futuro siano città inclusive.

Città inclusive. Come realizzarle
Una lunga giornata costruttiva e interattiva con diversi panel di grande interesse. Una prima parte più istituzionale dove esperte di urbanistica e architettura, insieme a rappresentanti delle istituzioni hanno parlato di come una città possa migliorare il proprio contesto urbano per una governance inclusiva e che superi il gender gap. La prevenzione della violenza di genere, l’istruzione e le opportunità di lavoro, la disponibilità di servizi sociali, l’innovazione tecnologica, i buoni percorsi pedonali, la mobilità in città e l’illuminazione pubblica, ma anche il controllo e la sicurezza pubblica – non sempre a misura di donna – sono tra gli elementi ritenuti necessari per il benessere urbano e che necessitano di riforme per un futuro sostenibile. Ridurre le vulnerabilità, in particolare la criminalità e il numero delle vittime (giovani, donne e ragazze, anziani e popolazioni emarginate) è quindi fondamentale per garantire lo sviluppo e la coesione sociale nell’ambiente urbano.

I territori che hanno sposato il progetto delle Città delle Donne
Nella seconda parte, invece, spazio ai collegamenti con i territori che hanno sposato o che sposeranno il progetto “Città delle Donne”. Pavia e Venezia le prime ad aver creduto in questa iniziativa a sostegno dei talenti femminili.
Per Martina Rogato, Sherpa Women 20, G20 Engagement Group “la salute delle persone insieme alla salvaguardia del pianeta sono gli unici elementi per una vera ripartenza post pandemia”. Ecco perché, ha spiegato durante il suo intervento, “il W20 punta a tre fattori precisi in una concezione di salute globale e unica: People, Planet, Prosperity”. Il benessere delle persone, uno dei Goal previsti dall’Agenda 2030, si ottiene quando un individuo è libero di seguire le proprie inclinazioni indipendentemente dal genere. Anche una città sostenibile contribuisce a questo risultato con iniziative che non includono ma integrano.

Esempi di città inclusive e sostenibili
Con collegamenti da diverse parti del mondo, Stati Generali delle Donne ha voluto raccontare storie vere ed esempi concreti di città sostenibili. Atteso il collegamento con #Expodubai per il Masterplan Dubai 2040 con Graziella Di Berardino, Referente Stati generali delle Donne del Medio Oriente che ha condiviso alcune foto che evidenziano quando Dubai sia sulla strada giusta.

Obiettivo Dubai 2040
Entro il 2040, Dubai vuole diventare il posto migliore in cui vivere e sta mettendo a punto dei mega progetti per un percorso di sostenibilità negli Emirati Arabi Uniti con obiettivi come città green, far convivere oltre 200 culture diverse puntando sull’istruzione e sul superamento del gender gap. La città di Dubai prevede anche un aumento degli abitanti: da 3 a 5 milioni. “Questo” spiega Di Bernardino “significa incrementare alberghi, abitazioni, scuole e spazi verdi, magari potenziando le aree già esistenti”.
Significativa l’immagine del taxi rosa condotta da una donna: un servizio operativo h24 che evidenzia non solo l’empowerment femminile ma anche come poter mettere a proprio agio donne di culture diverse coinvolgendo le donne in attività importanti per la città.

Città inclusive Europee
Dagli esempi di città inclusive e sostenibili alle buone pratiche in Europa. Lo sviluppo di una città in un’ottica femminile è importante a livello europeo. Per questo sono fondamentali i partenariati tra città, come spiegato nel corso del webinar da M. Ludovica Agrò del Comitato scientifico degli Stati Generali delle Donne. La nuova Carta di Lipsia sulle Città europee sostenibili disegna una cornice stabile dello sviluppo di un centro urbano. È evidente quanto una città organizzata a misura di donna vanti una migliore produttività.
Secondo l’esperienza di Daniela Patti, architetta direttrice Eutropian Vienna-Roma, in Europa la città di Vienna è un modello di sviluppo inclusivo. “Negli ultimi tempi, racconta, l’amministrazione locale ha predisposto una nuova segnaletica più inclusiva non solo per donne ma anche per gli anziani, creando anche un dipartimento dedicato alla parità di genere”.

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