Dalle Regioni Toscana

Nuovo patto per il lavoro in Toscana

Firmato dal Presidente Giani e dal Ministro Orlando il protocollo per le politiche attive per l’occupazione, il Nuovo Patto per il lavoro in Toscana

Siglato a Firenze l’8 settembre 2021, il protocollo che darà vita al Nuovo Patto per il Lavoro in Toscana si attuerà con l’impiego dei 53,8 milioni di euro ricavate dallo sblocco da parte del Ministero del lavoro dei residui della cassa integrazione in deroga.

La firma del protocollo d’intesa
Il protocollo d’intesa siglato dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando darà vita a un piano complessivo e organico delle politiche attive della Regione Toscana e costituisce un Nuovo Patto per il lavoro in Toscana. Il “patto”, il cui dossier è stato seguito in questi mesi dall’assessora al lavoro e all’istruzione Alessandra Nardini, mette al centro il sostegno al lavoro, formazione, riconversione e riqualificazione per lavoratrici e lavoratori. Con la firma del protocollo, le parti avviano una stretta collaborazione per sviluppare strumenti, anche innovativi, con l’obiettivo di rafforzare la capacità di intervento sul mercato del lavoro.

Gli elementi al centro del Nuovo patto per il lavoro in Toscana
La Regione, sulla base dell’esperienza maturata con il Piano integrato per l’occupazione realizzato negli scorsi anni, punta a finanziare una serie di prestazioni di politica attiva – dal sostegno alle nuove competenze all’implementazione dei patti locali per la formazione – dirette a favorire l’inserimento lavorativo e aumentare l’occupabilità di lavoratrici e lavoratori, disoccupati e inoccupati. Come spiegano dalla Regione, “il piano e le singole misure, a cui si affiancherà il percorso di potenziamento dei servizi per l’impiego in fase di perfezionamento da parte di Ministero e Regioni, saranno oggetto di concertazione con le parti sociali attraverso il continuo confronto con la Commissione regionale tripartita e la prosecuzione dell’interlocuzione con Ministero del Lavoro, Anpal e Arti, l’agenzia regionale toscana per l’impiego”. Il nuovo patto per il lavoro in Toscana, nato per favorire lo sviluppo dell’occupabilità e delle competenze negli ambiti economici territoriali della regione, “presterà una particolare attenzione a giovani, donne, categorie più vulnerabili e lavoratrici e lavoratori delle aree di crisi”.

Arti e i numeri dei centri per l’impiego in Toscana
Arti è l’agenzia regionale toscana per l’impiego (https://arti.toscana.it) che gestisce una rete di oltre 60 tra centri per l’impiego e sportelli territoriali. La dotazione organica del personale è fissata a 742 unità. Negli ultimi due anni sono state 216 le assunzioni, a cui se ne aggiungeranno ulteriori 209 entro il gennaio dell’anno prossimo consentendo di completare la pianta organica. Attualmente i dipendenti sono circa 540. Il piano di potenziamento che il Ministero del Lavoro sta allestendo prevede l’ampliamento della dotazione a circa 1.000 unità.

Le parole del Presidente Giani
Il Presidente della Regione, in occasione della firma del protocollo d’intesa che darà il via al nuovo Patto per il Lavoro in Toscana, ha detto: “Le questioni legate al lavoro devono diventare elemento fondamentale di indirizzo delle politiche attive pubbliche. E su questo versante il governo, attraverso il ministro Orlando, si è dimostrato pronto nei tempi, a differenza di altre volte in cui ci siamo trovati ad agire di rincorsa. Vorrei sottolineare anche il ruolo che ha avuto e che sta avendo una struttura come Arti: con circa 200 mila pratiche evase ogni anno mette in condizione l’87% di giovani ed il 60% di utenti di ogni età di essere indirizzati, ricollocati, riconvertiti e formati per riuscire a trovare una collocazione o un nuovo percorso nel mondo del lavoro”.

Le politiche attive del lavoro in Toscana
Nel 2020 sono stati presi in carico dai Centri per l’impiego 231.793 utenti e sono state erogate 571.394 politiche attive (ad es. formazione professionale, attività di accompagnamento al lavoro, tirocini); mentre 18.517 sono state le imprese che hanno usufruito dei servizi dei CpI.
Nell’ambito del programma Garanzia Giovani, i giovani presi in carico sono stati 107.025. Di questi risultano inseriti nel mercato del lavoro 92.830. Circa l’87% dei presi in carico dai Cpi ha ottenuto un’opportunità di lavoro.
Oltre il 60% (171.131) di coloro che sono stati presi in carico da un CpI toscano nell’anno precedente, nel 2020 ha ottenuto un’opportunità di inserimento nel mercato del lavoro nel corso dell’anno (placement indiretto).

L’intervento del Ministro Orlando
Durante il suo intervento il Ministro Orlando ha sottolineato che “non ci possiamo permettere in questo momento di avere risorse ferme bloccate nei cassetti e per questo appena insediato mi sono attivato, in rapporto con le Regioni, per sbloccare i fondi che sono necessari ad avviare un percorso di politiche attive, che tra l’altro vedrà nei prossimi mesi un grandissimo investimento, perché dopo queste risorse ne arriveranno delle altre, complessivamente quasi 5 miliardi di investimento sulle politiche attive, cioè sul sostegno a chi cerca lavoro, a chi si deve formare, a chi deve difendere il lavoro. Credo che sia il modo migliore per affrontare la crisi, i danni e le difficoltà che la pandemia ha prodotto, ed anche per dare una risposta alle esigenze di innovazione e di competitività del Paese”.

Il coinvolgimento del mondo del lavoro toscano
L’assessora Alessandra Nardini ha spiegato che questo nuovo patto per il lavoro in Toscana “da un lato vuole rispondere al bisogno di andare a sanare le disuguaglianze che già esistevano prima della pandemia – penso soprattutto alle aree di crisi – e dall’altro sostenere maggiormente chi ne è stato più colpito, ovvero giovani, donne, lavoratrici e lavoratori con contratti precari e meno qualificati. Rispetto alle misure da mettere in campo, grazie a queste risorse continueremo nelle prossime settimane la concertazione con le parti sociali all’interno della Commissione Regionale Tripartita, con l’obiettivo di ridurre il disallineamento di domanda e offerta di lavoro creando e difendendo l’occupazione e garantendo alle imprese quel capitale umano formato, riqualificato e aggiornato nelle proprie competenze che possa loro consentire di compiere significativi passi in avanti in termini di competitività e innovazione e affrontare le transizioni che stanno vivendo”.

Fotografie di Simone Cresci

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