Inps e Ministero della Giustizia fanno partire i controlli incrociati sul reddito di cittadinanza dopo le tante denunce dei Carabinieri
Sono migliaia le persone che percepiscono indebitamente questa misura ed è per questa ragione che si è deciso di estendere il meccanismo dei controlli sul reddito di cittadinanza. Dal mese di giugno è stato attivato il protocollo tra Inps e Ministero della Giustizia per lo scambio di informazioni utili alle verifiche relative alla concessione o alla revoca del beneficio.
Le denunce dei carabinieri
Un vecchio detto recitava “fatta la legge, trovato l’inganno” ed è quanto si è effettivamente verificato per i molti che sono riusciti ad ottenere il beneficio senza averne diritto. Dal 1° gennaio 2021 al mese di febbraio 2022 più di 5 milioni di euro sono finiti nelle tasche di queste persone, che hanno percepito indebitamente il reddito di cittadinanza. Ma è solo la punta di un iceberg poiché riguarda solo una parte del nostro Paese. In particolare è quanto hanno scoperto i Carabinieri delle Legioni Lazio, Toscana, Umbria, Marche, Sardegna, inquadrati nel Comando Interregionale “Podgora” e dei locali Nuclei Carabinieri Ispettorato del Lavoro che hanno denunciato 955 persone per percezione del beneficio in violazione della normativa. Spostandoci per l’Italia scopriamo che i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, al termine di un’articolata attività d’indagine condotta dai militari della Compagnia di Catania Fontanarossa tra ottobre 2021 e marzo 2022, hanno deferito all’Autorità Giudiziaria etnea 389 persone (di cui 191 pregiudicati e, tra questi, 3 per reati di mafia) per aver percepito, senza averne i requisiti di legge, il reddito di cittadinanza cagionando in tal modo un danno all’erario pari a circa 3.000.000 di euro. Si continua con oltre 2.000 percettori senza titolo scovati dai Carabinieri tra Napoli e dintorni, altri in Puglia e così via. In tutto lo Stivale insomma c’è chi approfitta della situazione.
Le irregolarità del centro Italia
C’era chi aveva omesso di dichiarare di essere proprietario di beni immobili per i quali percepiva reddito, chi aveva dichiarato il falso circa la composizione del proprio nucleo familiare e relativo reddito, chi aveva dichiarato un falso luogo di residenza, chi aveva omesso di dichiarare misure di prevenzione o cautelari a proprio carico o di familiari, chi lavorava in nero, stranieri che avevano dichiarato falsamente di essere residenti in Italia da 10 anni. Le irregolarità emerse nei comuni del Lazio, Toscana, Marche, Sardegna e Umbria sono 955 su 9.575 persone controllate, il che significa che 1 persona ogni 10 non è risultata in regola. Tra i denunciati – solo in questo periodo e in queste regioni – ci sono 584 soggetti già noti alle Forze dell’ordine e 472 stranieri. Se consideriamo quelli delle restanti parti d’Italia possiamo constatare che sono stati “deviati” nelle tasche di questa gente milioni di euro di soldi delle tasse delle persone oneste, che rappresentano altrettanti soldi non spesi in servizi utili alla società.
La sinergia tra Inps e Carabinieri si allarga al Ministero della Giustizia
Fondamentale per il buon esito dell’attività si è rivelata la sinergia istituzionale tra il Corpo dei Carabinieri e l’INPS, che ha fornito la propria collaborazione all’Arma. All’ente previdenziale, cui viene data comunicazione degli illeciti accertati, spetta avviare la procedura per il recupero della somma complessiva indebitamente percepita. Oltre alle verifiche “sul campo” da parte dei Carabinieri che indagano, ce ne sono adesso anche altre: i controlli incrociati sul reddito di cittadinanza relativi al casellario giudiziario, ovvero su chi ha commesso un reato, visti i riscontri dei carabinieri.
Delinquenti furbetti
Grazie ai sistemi di interoperabilità messi a punto dall’Inps e dal Ministero della Giustizia saranno effettuati controlli su tutti i richiedenti e percettori di reddito di cittadinanza attraverso la trasmissione da parte di Inps al Ministero della Giustizia dell’elenco costantemente aggiornato dei soggetti beneficiari del Reddito di cittadinanza per la verifica dell’esistenza nel sistema del Casellario Centrale di condanne con sentenza passata in giudicato da meno di 10 anni per i reati di cui all’art. 7, comma 3, del DL n.4 del 28/1/2019 e ss.mm. Gli esiti di tali verifiche consentiranno di disporre la revoca del Reddito di cittadinanza eventualmente percepito o di non riconoscere il beneficio. I delinquenti che fanno i “furbetti” possono dunque dire addio alle proprie pratiche scorrette.
I commenti dell’Inps sui controlli incrociati sul reddito di cittadinanza
“Il protocollo è frutto di una intensa collaborazione tra le due istituzioni ed è un significativo passo in avanti verso maggiori controlli automatizzati per l’erogazione del reddito di cittadinanza a chi ne ha diritto” commenta il presidente dell’Inps Pasquale Tridico. “Il potenziamento delle verifiche e dell’interoperabilità delle banche dati su tutte le prestazioni è una priorità dell’Istituto, per garantire i cittadini e gli interessi del Paese.”
“Grazie a un intenso lavoro di squadra tra Inps, Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati (DGSIA) e Dipartimento per gli Affari di giustizia (DAG) è stato possibile approfondire congiuntamente ogni aspetto tecnico e normativo per realizzare procedure che puntano sempre di più sui controlli preventivi rispetto all’erogazione della prestazione” afferma Vincenzo Caridi, direttore generale dell’Inps. “Nuove tecnologie e competenze ci permetteranno di incrementare ulteriormente l’efficacia dei servizi della PA e i controlli sincroni.”
Come si presenta domanda per il reddito di cittadinanza
Il fatto che tante persone abbiano percepito indebitamente il reddito di cittadinanza non toglie però il fatto che questo strumento esiste e potrebbe essere utile a chi ne ha effettivamente bisogno. Lo stesso INPS ha pubblicato una guida già nel 2019 con tutte le informazioni su come richiedere questa misura: la potete consultare scaricandola gratuitamente al seguente link: https://www.inps.it/docallegatiNP/Mig/AllegatiNews/Manuale_RdC_maggio_19.pdf