Lavoro Pensioni

Nuove pensioni, ancora in stallo sulla riforma

Governo-Sindacati ancora in stallo sul fronte delle nuove pensioni, ovvero della riforma pensionistica italiana

Ancora niente “nuove pensioni”: quelle che arrivano dalle parti sociali non sono di certo buone notizie sul tema della riforma pensionistica italiana.

Parti sociali e nuove pensioni
Se qualche timido segnale c’era stato negli ultimi giorni, con il Governo pronto a varare un vasto programma per l’accesso ai fondi pensionistici da parte dei giovani lavoratori, adesso si è arrivati ad uno stallo. È questo che emerge dalle parole di Lara Ghiglione, Segretario Confederale della CGIL, che ha parlato in questi termini dell’incontro dello scorso 26 luglio al Ministero del Lavoro: “Dopo sette mesi di incontri, non siamo ancora in grado di dire alle lavoratrici e ai lavoratori quando e come potranno aver accesso alla pensione. Evidentemente, il Governo ha capito di non poter rispettare gli impegni che il centrodestra ha assunto durante la campagna elettorale”. Nessuna risposta sulla pensione di garanzia per i giovani, nessun accordo sul tema della flessibilità né sulla piattaforma unitaria sulla previdenza.

Nuove pensioni in alto mare? Meglio assicurarsi con i Fondi
Un momento di stallo e di immobilità politica, in cui a pagare il prezzo più caro sono ovviamente i lavoratori. Per questo nell’ultimo periodo sono in aumento i numeri degli italiani che decidono di aprire un Fondo Pensione. Si tratta di un fondo di previdenza che guarda agli anni successivi al pensionamento, pensato sia per i giovani lavoratori di oggi sia per coloro che stanno per finire l’attività lavorativa. Dopo aver terminato la propria carriera, infatti, molti italiani rischieranno di ricevere un assegno mensile dall’Inps particolarmente basso, non adeguato a garantire il livello di vita e di benessere a cui si era abituati. In questo modo stanno prendendo piede forme di previdenza alternativa come i Fondi Pensione. Anche perché le stime sulle pensioni future sono tutt’altro che rosee.

Un esempio di pensionamento
Per fare un esempio con lo strumento “Pensami” dell’Inps, un lavoratore di 25 anni assunto da 12 mesi potrà andare, ad oggi, in pensione per vecchiaia dopo aver raggiunto quota 70 anni e 6 mesi mentre potrà accedere alla pensione anticipata a 70 anni. I calcoli fatti invece su un lavoratore classe 1982 che ha iniziato a lavorare nel 2010 dicono che riuscirà ad andare in pensione a 66 anni, con un assegno di 1.400 euro. Calcoli però che lasciano il tempo che trovano visto che sono importi da aggiornare e da porre in relazione alla situazione economica futura. Resta molto da fare, insomma, per mettere in sicurezza il futuro dei lavoratori italiani. Ed è bene allora iniziare a guardarsi intorno.

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