L’evoluzione digitale della specie
Pubblicato l’XI Rapporto sulla Comunicazione a cura del Censis. In un’èra ormai governata dal consumo di Internet, il Rapporto ha approfondito il tema dei cambiamenti avvenuti nella nostra digital life e nella comunicazione aziendale.
I protagonisti della “Evoluzione digitale della specie” (questo il titolo del Rapporto), sono gli under 30, il 90,4% dei quali si connette a internet quotidianamente. E, per comunicare, sembra si stia tornando all’uso primitivo dei geroglifici.
È stato presentato l’11 ottobre, a Roma, presso la Camera dei Deputati a Palazzo Marini, l’undicesimo Rapporto sulla comunicazione. Ad esporre i contenuti della ricerca sono intervenuti i rappresentanti del Censis e dell’Ucsi, nelle rispettive figure del Direttore Generale Censis, Giuseppe Roma, del Presidente, Giuseppe de Rita, e del Presidente Ucsi, Andrea Melodia. Hanno preso parte alla presentazione anche esponenti Rai, Mediaset, 3 Italia, Fieg e Agcom.
La Web reputation delle aziende
Ogni conoscenza deriva dal web e il consumatore, da utente passivo è divenuto attivo, ricercando, ad esempio, le opinioni di altri consumatori dei prodotti di suo interesse, esprimendo pareri e suggerimenti, inviando lamentele, entrando, dunque, in una community di persone che hanno gli stessi interessi e gli stessi gusti, al fine di esprimere una web reputation.
Si fa uso di internet nella vita quotidiana per cercare informazioni su aziende, prodotti, servizi, strade, località, per ascoltare musica online, per svolgere operazioni bancarie (home banking), fare acquisti, telefonare tramite Skype, guardare film, cercare un lavoro, prenotare un viaggio o una visita medica… Nell’ambito della comunicazione aziendale le imprese fanno grande uso del web per interagire con gli utenti-consumatori, puntano a crearsi una good reputation online, integrando il tutto con le forme di comunicazione pubblicitarie tradizionali. Il sito web aziendale è il primo punto di approdo dell’utente-consumatore; vi è poi il contatto tramite e-mail e infine la consultazione della pagina Facebook creata e gestita direttamente dall’azienda. A seguire, le informazioni provengono anche da YouTube, dai blog a tema e dai forum di discussione online.
I giovani
I protagonisti della “Evoluzione digitale della specie” (questo il titolo del Rapporto), sono gli under 30. Il 90,4% di loro si connette a internet quotidianamente, attraverso il social network: Facebook, Google, YouTube. Due terzi dei giovani usa lo smartphone – sempre connesso in rete – e il 60% scarica le app sul telefono o sul tablet, la cui utenza è quasi raddoppiata nel giro di un anno, passando dal 7,8% al 13,9%. Vi è una grandissima distanza tra gli internauti giovani e gli anziani. Questi ultimi si fermano al 21%; appena il 9,2% di loro è iscritto a Facebook, così come il 6,8% degli over 65 usa lo smartphone. Si ferma al 2,3% l’uso del tablet tra gli anziani.
“La comunicazione delle nuove generazioni” commenta Vincenzo Novari, Amministratore delegato 3 Italia, “sembra stia tornando, dopo un periodo di scrittura, ai geroglifici dei primitivi!”.
“I giovani risultano connessi in tutto il mondo, ma sono disconnessi nella vita reale” dichiara Gina Nieri, Consigliere d’Amministrazione di Mediaset. “La scuola deve avere la possibilità di educare i ragazzi in un mondo digitale che ha bisogno di ordine e di comprensione… di regolamentazione”.
L’informazione online: attenti alla scelta
L’informazione si è trasferita sul web e ciò è avvenuto a discapito della carta stampata: i quotidiani, nel 2013, registrano un calo di lettori del 2%, così come scende il consumo dei free press, dei settimanali, mentre rimane stabile quello dei mensili, così come quello dei quotidiani online. Il mondo dei libri, invece, dopo la flessione dello scorso anno, dovuta al consumo degli e-book, registra un 2,4% in più di lettori.
“I problemi del nuovo mondo” denuncia Andrea Melodia, Presidente Ucsi, “riguardano i contenuti, che non sono soggetti né a copyright, né a privacy. Inoltre, la rete web è fatta di qualunquismo e di disimpegno”.
“È necessario” precisa Antonio Marano, Vice Direttore Generale per il Coordinamento dell’offerta televisiva Rai, “difendere e valorizzare la credibilità”. Ormai le notizie sono diffuse da più parti, non sono soggette a controllo e la velocità con cui vengono propagate risulta essere il primo dei parametri da perseguire, a discapito della loro credibilità. È opportuno rendere il web attendibile e far sì che le informazioni non siano manipolate.
Daniela Auciello
Di seguito alcune delle tabelle con i dati pubblicati nel Rapporto: