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EXPO 2015: la firma di Anci e la Carta della Scienza

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EXPO 2015: la firma dell’Anci e la Carta della Scienza

Va avanti alacremente l’organizzazione dell’Esposizione Universale, che sarà improntata alla sostenibilità. L’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ha firmato il 3 dicembre il protocollo d’intesa mentre il 5 dicembre è iniziato il percorso internazionale che porterà alla stesura della Carta della Scienza

Le dimensioni della sostenibilità: Uomo, Cibo, Città, Ambiente. Si parte da qui per affrontare il programma di Laboratorio Expo, che intende costruire una rete di collaborazioni con enti e istituzioni nazionali e internazionali per coinvolgere la comunità scientifica in una riflessione costruttiva sulle problematiche più urgenti legate al mondo dell’agroalimentare e dello sviluppo sostenibile, per arrivare nel 2015 con una Carta di raccomandazioni della Scienza.

 

Il coinvolgimento di tutti è necessario per portare avanti con completezza il programma di Expo 2015, l’esposizione universale che durerà sei mesi e si terrà a Milano. Gli ultimi passi effettuati sono stati dunque il coinvolgimento della comunità scientifica e quello delle Amministrazioni locali italiane. Per quanto riguarda queste ultime, si è pensato di sviluppare un programma di iniziative culturali, d’intrattenimento e turistiche nel corso dei sei mesi della manifestazione ed è questo l’obiettivo principale del protocollo d’intesa Anci-Expo 2015, firmato a Milano il 3 dicembre.

All’incontro, che si è tenuto all’Agorà di Expo Milano 2015, nel Cortile delle Armi di Castello Sforzesco, sono intervenuti il Commissario Unico Delegato del Governo per Expo Milano 2015 Giuseppe Sala, il Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani Piero Fassino, il Sottosegretario del Governo con delega per Expo 2015 Maurizio Martina, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e il Commissario Generale del Padiglione Italia Diana Bracco.

Il documento è stato sottoscritto da Anci, Expo 2015, Padiglione Italia e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

“La firma di questo protocollo” ha commentato Piero Fassino “fa di Anci il punto di riferimento dei Comuni nella realizzazione delle iniziative che accompagneranno l’avvicinamento ad Expo e l’organizzazione degli eventi durante i sei mesi dell’esposizione milanese. In questo modo potremo coinvolgere tutte le città e i centri italiani in una straordinaria opportunità per rilanciare l’intero Paese grazie alla messa a fattor comune di energie imprenditoriali, sociali e civiche. Inizieremo con 20 ‘giornate Expo’ in tutte le regioni italiane da realizzare tra gennaio 2014 e aprile 2015”.

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Questa intenzione si ricollega ovviamente a una opportunità di lavoro per chi presenterà ai Comuni i rispettivi progetti e per chi vi sarà impiegato. D’altro canto l’intera manifestazione è un’opportunità per l’intero sistema produttivo e lavorativo italiano.

Fassino ha dichiarato che, come Anci, “affiancheremo tutti i Comuni nella valorizzazione delle iniziative più rilevanti che già organizzano sul loro territorio in modo che diventino parte delle opportunità dei sei mesi di Expo in Italia e vicendevolmente. Inoltre costruiremo una serie di eventi Expo nelle città nel corso di questi due anni che precedono l’inizio di Expo a maggio 2015 e che l’accompagneranno fino a novembre. Nei 6 mesi di Expo organizzeremo anche 6 grandi giornate dei Comuni Italiani che promuoveranno le eccellenze dei nostri territori e anche le migliori iniziative delle nostre amministrazioni sui temi della nutrizione”.

 

Dal canto suo, il Presidente Sala, a seguito della firma del documento ha dichiarato che esso “rafforza l’impegno collettivo a fare di Expo Milano 2015 un evento pienamente italiano.

L’Esposizione Universale non si svolgerà soltanto all’interno dell’area espositiva: per 184 giorni tutto il Paese sarà chiamato a contribuire allo sviluppo del tema ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’, con appuntamenti e manifestazioni culturali che sapranno valorizzare le singole realtà locali che compongono il Sistema Italia. Abbiamo la grande occasione di mostrare quanto ricco sia il nostro territorio in termini agroalimentari, storici, artistici e tecnologici. È un’opportunità che sapremo onorare grazie al lavoro di squadra che l’intesa sottoscritta oggi con ANCI garantisce e potenzia”. 

 

Anche la scienza su questi temi è stata chiamata a intervenire. E sollecitata a trovare una risposta alle seguenti domande: L’industria alimentare riuscirà a nutrire il pianeta in un contesto di sviluppo sostenibile? È solo una questione economica e di risorse naturali oppure sviluppo sostenibile significa anche equità, partecipazione e integrazione sociale?

Presso il Rettorato dell’Università degli studi di Milano, quattro scienziati, introdotti da Salvatore Veca (curatore scientifico del laboratorio) e moderati da Federico Taddia, il 5 dicembre hanno dato il via alle attività di ricerca e divulgazione di Laboratorio Expo, che svilupperà  le risposte scientifiche a questi interrogativi, sempre più attuali e determinanti per il futuro del nostro pianeta.

Laboratorio Expo, voluto dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli ed Expo Milano 2015, è un progetto che pone in dialogo aspetti culturali, antropologici, economici e sociali legati alle tematiche dell’Esposizione Universale del 2015.  Scopo del progetto è quello di coinvolgere la comunità scientifica internazionale sulle problematiche più urgenti legate sia al mondo dell’agroalimentare sia a quello dello sviluppo sostenibile e arrivare nel 2015 con una Carta di raccomandazioni della Scienza per Expo Milano 2015. 

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Il progetto ha in programma nel tempo l’attuazione di Workshop di ricerca, Lecture con ospiti internazionali, Exposchool residenziali che accoglieranno a Milano momenti formativi, di studio e di divulgazione sui temi principali legati alle quattro dimensioni della sostenibilità: produzione e sicurezza alimentare, sostenibilità culturale e sviluppo di una società inclusiva e interculturale, qualità sociale dello sviluppo e sviluppo urbano sostenibile.

Si è cominciato con un Colloquium internazionale, il 5 dicembre, presso il Rettorato dell’Università statale di Milano, alla presenza del Magnifico Rettore Gianluca Vago, del Sottosegretario delle Politiche agricole, alimentari e forestali con delega per Expo 2015 Maurizio Martina, del Commissario Unico Delegato del Governo per Expo Milano 2015 Giuseppe Sala e del Presidente della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli Carlo Feltrinelli.

Sono intervenuti quattro key note speakers internazionali: Roland E. Poms, Segretario Generale dell’International Association for Cereal Science and Technology di Vienna, che ha parlato di sicurezza alimentare e produzione cerealicola nel mondo; Jean-Pierre Olivier de Sardan, dell’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi che si è occupato della situazione associata alle crisi alimentari in Africa; Robert Beauregard, dell’Urban Planning Graduate School of Architecture, Planning and Preservation della Columbia University di New York, il cui intervento si è focalizzato sullo sviluppo del tessuto urbano americano e delle reti di reti nelle città contemporanee; Laurent J.G. Van Der Maesen, direttore della European Foundation of Social Quality, L’Aja, che ha discusso gli aspetti economici della qualità sociale. 

Al mattino i coordinatori dei quattro ambiti di ricerca e gli ospiti internazionali si sono confrontati in quattro workshop per discutere i relativi ambiti di studio e formulare i temi di approfondimento che sono poi stati oggetto della discussione durante la sessione plenaria del pomeriggio, aperta al pubblico. 

I 100 partecipanti ai workshop sono stati selezionati attraverso una call for participants che ha raccolto le adesioni di laureandi di laurea specialistica, laureati, ricercatori e dottorandi con uno specifico interesse di formazione e ricerca sui temi dei quattro percorsi di Laboratorio Expo: Agricoltura, alimenti e nutrizione per un futuro sostenibile, coordinato da Claudia Sorlini dell’Università degli Studi di Milano, Culture dell’alimentazione tra inclusione e esclusione, coordinato da Ugo Fabietti dell’Università di Milano Bicocca, Le dimensioni dello sviluppo tra sostenibilità ed equità, coordinato da Enrica Chiappero dell’Università di Pavia e Direttore del Centro HDCP-IRC presso lo IUSS di Pavia e Stefano Pareglio dell’Università Cattolica di Milano, Sviluppo urbano: futuri possibili tra smart e slow cities, coordinato da Serena Vicari e Davide Diamantini dell’Università di Milano Bicocca.

Nei primi mesi del 2014 i quattro gruppi di ricerca saranno coinvolti nel primo semestre completo di attività che prevede:

  • una ExpoSchool residenziale a Milano su Futuro dell’agricoltura, l’innovazione tecnologica nella filiera alimentare, la nutrizione/malnutrizione, la conservazione della biodiversità e dell’agro-biodiversità e l’educazione alimentare coordinata da Claudia Sorlini;
  • sette differenti Workshop, tra i quali uno dedicato alle Conseguenze dell’Inclusive Growth realizzato in collaborazione con la United Nation University, che tratterà in particolare dei risultati del percorso di ricerca internazionale sull’Inclusive Growth realizzato dalla rete Wider delle Nazioni Unite; un altro che approfondisce le modalità per Riconnettere Cibo, culture e territori con Mauro Van Aken, altri ancora sullo sviluppo urbano in relazione a Grandi eventi tecnologia e città coordinato da Davide Diamantini;
  • una serie di Lecture, tra le quali quella su Processi di patrimonializzazione e politiche del cibo, a cura di Michael Herzfeld, Harvard University;
  • un Colloquium Internazionale presso l’Universidad Nacional di Bogotà su Le tecnologie della trasformazione degli alimenti, la sicurezza e l’educazione alimentare cui parteciperanno esponenti delle università della rete dei Paesi Andini (oltre alla Colombia: Bolivia, Ecuador, Perù e Venezuela).

Di seguito una nota biografica dei quattro protagonisti del primo Colloquium Internazionale di Laboratorio Expo:

Roland Poms, International Association Cereal Science and Technology, Vienna

In un mondo in cui il cibo è scarsissimo per alcuni, fin troppo abbondante per altri, riflettere sulla qualità del cibo significa lavorare sinergicamente in direzioni molto diverse: promuovere lo sviluppo di alcune aree, monitorare la qualità dei prodotti, tracciare linee guida per l’alimentazione e calarle in contesti culturali diversissimi per livelli di benessere e appartenenze culturali. Roland Poms è a capo di una delle istituzioni leader a livello mondiale in questo ambito d’intervento, che dagli anni cinquanta si occupa di cereali e di tutto ciò che ruota intorno alla produzione di questo alimento da cui dipende il futuro della nutrizione di una popolazione planetaria sempre più numerosa. 

Jean-Pierre Olivier de Sardan, École des Hautes Études en Sciences Sociales, Parigi

Antropologo francese, ha iniziato il suo percorso di ricerca studiando i Wogo, una popolazione nigeriana a cui ha dedicato numerose pubblicazioni e di cui è uno dei massimi conoscitori. In seguito ha approfondito il tema delle interazioni tra le politiche di aiuto, le istituzioni occidentali che se ne fanno promotrici, le popolazioni destinatarie di questi sostegni, gli assetti sociali di tali popolazioni. Per questa via è arrivato a delineare una nuova branca dell’antropologia, l’antropologia dello sviluppo, che studia le trasformazioni sociali e istituzionali indotte dalle politiche di aiuto nonché le opportunità di crescita e le minacce insite in questa peculiare forma di interazione tra Nord e Sud del mondo. Su questi temi ha firmato un’opera di riferimento, tradotta anche in Italia: Antropologia e sviluppo (Cortina 2008).

Laurent J.G. Van Der Maesen, European Foundation of Social Quality, L’Aja

Economista, ha collaborato a lungo con l’Istituto Olandese per il coordinamento delle scienze sociali approfondendo le problematiche dello sviluppo urbano in Olanda, Gran Bretagna, Canada con riferimento ai servizi sanitari ed ai sistemi di welfare. Ha promosso incontri internazionali per la valutazione dei processi di trasformazione socio-economica della realtà europea. In collaborazione con l’olandese ISS – Institute of Social Studies ha avviato progetti e studi in materia di sicurezza umana e di qualità sociale, analisi dei flussi migratori e delle condizioni di parità nella vita delle città europee. Impegnato nella elaborazione di un modello di qualità sociale, ha promosso incontri internazionali sul tema in collaborazione con primarie università del Sud Est Asiatico.

Robert A. Beauregard, Urban Planning Graduate School of Architecture, Planning and Preservation, Columbia University, New York

La città americana è in crisi: questa la tesi chiave di Robert Beauregard. E quella crisi è rivelatrice di processi che riguardano non solo l’America, ma ogni società urbanizzata. Il tema di ricerca di Beauregard sono le dinamiche della città americana: la loro nascita, espansione e metamorfosi contemporanea; le modalità della loro interazione con l’ambiente circostante; e in particolare il loro sfumare nella dimensione suburbana, sconfinata periferia in cui si creano condizioni sociali e culturali estremamente specifiche, rivelatrici di trasformazioni sociali molto più generali e più profonde. La città americana si sta “suburbanizzando”, sostiene Beauregard, e questa trasformazione condensa le sfide e le tensioni di un secolo di storia sociale, politica, economica statunitense. Incluso il declino recente della potenza americana e l’affacciarsi di luoghi e modelli radicalmente alternativi di produzione, benessere, interazione sociale e culturale. Recenti pubblicazioni: Voices of decline. The postwar fate of US Cities (Routledge 2012), When America Became Suburban (University of Minnesota Press, 2006). 

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