Lavoro

Osservatorio Inps 2018 sulle politiche del lavoro

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Resi noti i risultati del monitoraggio dell’Inps sulle politiche del lavoro. Il tradizionale bollettino annuale che fotografa anche gli interventi pubblici a sostegno dell’occupazione

L’Osservatorio statistico sulle politiche occupazionali e del lavoro, a cura dell’Inps (Istituto nazionale della previdenza sociale), ha pubblicato il 29 novembre 2018 il tradizionale bollettino annuale che fotografa il quadro complessivo delle politiche sociali e occupazionali in Italia. Il monitoraggio, centrato sulle politiche attive e passive del lavoro, ha coperto un intervallo temporale di cinque anni nella serie storica 2013-2017. I dati disaggregati secondo alcune variabili hanno registrato importanti scostamenti nel biennio 2016-2017 sul numero medio di lavoratori che hanno beneficiato di interventi ed incentivi all’occupazione.

Osservatorio lavoro Inps 2018

Misure a sostegno del lavoro a tempo determinato e indeterminato

Gli strumenti a sostegno dell’occupazione a tempo indeterminato, nel biennio 2016-2017, hanno subito una flessione dell’1,8% e quelli destinati ai lavoratori a tempo determinato una crescita dell’1,9%. Quanto alla stabilità del lavoro nel tempo, si evince un incremento dell’occupazione del 9% tra il 2016 e il 2017.
Il numero dei beneficiari assunti con un contratto di apprendistato nel 2017, mostra in media una crescita del 12% rispetto al 2016, mentre gli occupati a tempo indeterminato inseriti nella categoria delle assunzioni agevolate per disoccupati o beneficiari di CIGS (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria) da almeno 24 mesi, una diminuzione del 66,4%.
Sul versante femminile, le ultracinquantenni assunte a tempo indeterminato sono passate da 2.500 unità nel 2016 a 10.000 unità nel 2017 mentre i lavoratori che hanno usufruito degli incentivi sulla mobilità da 3.300 unità nel 2016 a 2.974 nel 2017, il 9,8% in meno rispetto all’anno precedente. Gli incentivi all’occupazione a tempo determinato per le donne ultracinquantenni sono passati da 9 mila nel 2016 a circa 19 mila nel 2017.
I ragazzi inseriti nel programma “Garanzia Giovani” sono aumentati del 16% nel 2017 mentre le assunzioni a tempo indeterminato, che per tre anni hanno beneficiato degli sgravi contributivi, hanno subito una “battuta di arresto” calando del 20% nel 2017.
Interessante è il capitolo sulla trasformazione dei contratti di lavoro a tempo indeterminato, che coinvolge persone iscritte nelle liste di mobilità e sostenute da incentivi statali. Le trasformazioni dei contratti sono cresciute del 39% rispetto al 2016, mentre i contratti di apprendistato trasformati a tempo indeterminato hanno subito una riduzione del 10% nel 2017 rispetto all’anno precedente.

NASPI DIS-COLL Disoccupazione agricola

Distribuzione di genere e tipologia di intervento

Se si tiene conto della distribuzione per genere, il 2017 conferma la prevalenza di una platea maschile tra i beneficiari delle politiche attive. Infatti nei contratti di apprendistato la componente maschile e più elevata rispetto a quella femminile (245 mila maschi contro 182 mila femmine) e questo vale anche per le assunzioni agevolate di disoccupati o beneficiari di CIGS da almeno 24 mesi, dove la popolazione maschile è superiore a quella femminile (20 mila maschi contro 18 mila femmine).
Anche l’esonero contributivo triennale per le nuove assunzioni a tempo indeterminato ha coinvolto più i maschi (575 mila) delle femmine (409 mila) incidendo particolarmente nel Sud dove gli incentivi all’occupazione sono destinati a 38 mila maschi contro 22 mila femmine.

Categorie degli interventi per classi di età, sesso e territorio

Nei contratti di apprendistato la fascia di età con maggiore presenza di giovani nel 2017 si colloca tra i 20-24 anni (189 mila giovani) e 25-29 anni (174 mila giovani), mentre gli incentivi all’assunzione di ragazzi ammessi al programma “Garanzia Giovani” si concentrano nelle fasce 20-24 anni (20 mila unità) e 25-29 anni (17 mila unità).
Le assunzioni agevolate per le donne ultracinquantenni sono condensate soprattutto tra i 25-29 anni (3 mila donne) con una forte polarizzazione nella classe 30-39 anni (6 mila donne).
Gli esoneri contributivi biennali e triennali per le nuove assunzioni a tempo indeterminato hanno coinvolto soprattutto le classi 20-39 anni nel 2016.
Per quanto concerne la distribuzione territoriale degli interventi, occorre sottolineare che le aree in cui si concretizza un efficace sostegno al lavoro riguardano soprattutto il Nord Ovest e il Nord Est dell’Italia. Da una parte il Nord ha concentrato gli sforzi nel sostenere l’occupazione a tempo determinato (57.8%) e indeterminato (47.8%) sostenendo misure specifiche per una solida ed efficace occupazione, dall’altra il 43% delle risorse è stata destinata al Centro-Sud. Coloro che hanno sofferto di più per le scarse opportunità di lavoro sono stati gli abitanti delle isole, che hanno ottenuto dallo Stato solo il 9% delle risorse finanziarie complessive.

Politiche passive del lavoro

Lo Stato italiano durante la crisi occupazionale ha introdotto diverse norme al fine di ridurre la distanza tra le politiche attive (formazione, orientamento, sostegno all’occupazione e costituzione di rapporti di lavoro per cittadini svantaggiati) e le politiche passive del lavoro (sussidi, ammortizzatori sociali). Tra gli strumenti passivi più conosciuti per contrastare gli stati di abbandono “forzato” dal lavoro troviamo la NASpI (indennità mensile di disoccupazione per lavoratori subordinati), la DIS-COLL (indennità mensile di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi) e l’indennità destinata ai disoccupati nel settore agricolo. Complessivamente il numero delle persone che ha usufruito del trattamento NASpI nel 2017 è stato circa 1,7 milioni di individui, il 6% in più rispetto al 2016, incidendo maggiormente sulle donne (8%) che sugli uomini (5%). Quanto alla DIS-COLL, nel 2017 la misura ha raggiunto una platea di quasi 13 mila individui, il 33% in più rispetto al 2016,
L’indennità di disoccupazione per il comparto agricolo conferma un andamento in linea con il 2016 (-0.4%).
Se si guarda alla scomposizione per età degli aventi diritto alla NASpI, si nota che la massima concentrazione risiede all’interno delle classi 30-39 anni (27%) mentre il 25% di coloro che hanno usufruito della DIS-COLL è concentrato soprattutto nella classe 30-34 anni. Disaggregando i dati per distribuzione geografica, il 42% della popolazione residente al Nord ha usufruito della NASpI rispetto al 39% dei residenti nel Sud e isole.
Infine, i lavoratori che al 31 dicembre 2017 hanno beneficiato della mobilità, secondo l’Osservatorio Inps erano circa 62 mila, il 55% in meno rispetto all’anno precedente. Rispetto al genere e l’età, lo studio mostra una concentrazione elevata della componente maschile, 44 mila uomini su 18 mila donne, dove il 77% dei beneficiari aveva più di 49 anni.

Politiche passive del lavoro

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