I risultati dello studio diretto alle lavoratrici e imprenditrici romane realizzato dalla nostra testata giornalistica nell’ambito del progetto Donne in affari a Roma
Il progetto Donne in affari a Roma è un’iniziativa del nostro giornale avviato allo scopo di creare un ambiente ottimale per lo sviluppo delle attività lavorative delle donne. Nell’avvio del progetto, a gennaio 2021, sono state coinvolte le principali associazioni femminili affinché, sganciandosi dalle logiche individualistiche o di singoli gruppi di interesse, venissero individuate le necessità che di fatto accomunano tutte le donne che svolgono la propria attività lavorativa e imprenditoriale nella Capitale. Solo un’associazione – di cui non facciamo il nome – tra le tante interpellate ha deciso di non voler essere coinvolta e ha conservato il vecchio modus operandi individualistico ma tutte le altre – decine – hanno partecipato con entusiasmo consce del fatto che solo l’unione fa la forza.
L’indagine sulle donne in affari a Roma
Consideriamo donne in affari tutte le donne che sono situate all’interno del mondo lavorativo, trattandosi di un elemento fondante del percorso che conduce alla parità di genere effettiva. Per questa ragione il primo passo della nostra iniziativa sulle donne in affari a Roma è consistito nella somministrazione di un questionario presentato a un campione volontario di lavoratrici e imprenditrici romane le quali hanno risposto nel periodo compreso tra il 22 gennaio e il 22 aprile 2021. Il campione, rappresentativo, è stato composto principalmente (nell’ordine) da: lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato, socie di cooperative, lavoratrici autonome con partita Iva, professioniste iscritte un Albo, imprenditrici, dipendenti a tempo determinato. La maggior classe di età rappresentata è stata quella tra i 45 e i 54 anni (29,6%), seguita da quella tra i 35 e i 44 anni di età (24%), 25-34 anni di età (19,8%) e 55-64 (19%). Hanno risposto al questionario anche le lavoratrici ancora o già attive rispettivamente nelle classi di età over 65 (6%) e 16-24 anni (1%).
Riguardo al titolo di studio, in linea con quanto avviene a livello nazionale per quanto riguarda la formazione delle donne, le rispondenti avevano per il 39,5% un titolo di studio post laurea e per il 35,2% una laurea, a dimostrazione del più alto titolo di studio conseguito rispetto all’universo maschile. Delle restanti donne che hanno risposto al questionario nessuna aveva un titolo inferiore al diploma superiore.
Gli argomenti della ricerca sulle donne in affari a Roma
Lo studio è stato centrato sugli argomenti che, in base alle rilevazioni di oltre 10 anni di attività come unica testata specializzata sui temi del lavoro e dell’imprenditoria femminili, sono stati considerati i più impattanti sulle pari opportunità di genere in ambito lavorativo. In particolare abbiamo considerato aspetti quali la gestione degli orari, la sicurezza, il care giving familiare, l’accesso al credito, la formazione, la retribuzione, il linguaggio, l’accesso ai bandi pubblici, il congedo parentale, la tassazione, il mobbing, la possibilità di carriera, i comportamenti sessisti, l’accesso al mondo del lavoro, la viabilità e i trasporti.
Donne in affari a Roma, le pari opportunità lavorative
La prima questione che mettiamo in evidenza è se, secondo le esperienze delle donne che lavorano a Roma, ci sono pari opportunità di accesso al mondo del lavoro. Le risposte date evidenziano la consapevolezza che l’essere madri o future madri rappresenta un deterrente per i datori di lavoro, che vedono nel semplice “possesso di un utero” un peso da sostenere a livello economico sia per via del periodo della maternità sia per altre assenze dovute alla gestione della famiglia e della casa. In base alle risposte fornite, la famiglia viene vista come un ostacolo per il lavoro femminile ed è quasi sempre presente, nei colloqui di lavoro, la domanda sull’intenzione di fare figli. In seconda battuta, alcune risposte evidenziano un altro fattore discriminatorio: il maschilismo “tout court”. Si tratta di una forma di pregiudizio per cui nei ruoli apicali si preferisce un uomo in quanto lo si ritiene maggiormente in grado di “fare il capo”, ovvero di dirigere e prendere decisioni, e le donne “non sono considerate di pari valore, capacità e competenza rispetto agli uomini anche se possono dimostrarlo”. Il pensiero comune è di vivere in una società ancora maschilista, con l’esistenza di numerosi ed evidenti stereotipi e pregiudizi sessisti. Ciò di cui si rammaricano in molte è la mancanza di strumenti di condanna delle discriminazioni di genere. Si sentono considerate dagli uomini meno efficienti e produttive, soprattutto oltre una certa età (over 30). Purtroppo in alcuni casi dalle risposte emerge però la non consapevolezza, anche da parte delle donne, che i ruoli di cura non debbano spettare per forza a loro. La serie completa di domande, risposte e grafici è rinvenibile nel report allegato in calce.
Donne in affari a Roma, lavorare in proprio
Se la maggior difficoltà evidenziata dalle risposte riportate alle domande in ambito lavorativo subordinato evidenzia una disparità di accesso al mondo del lavoro che penalizza le donne, un’alternativa è rappresentata dal lavoro autonomo, che può essere svolto come professionista o come imprenditrice (ricordiamo che comunque da qualche anno chiunque abbia una partita Iva – che sia lavoratrice autonoma o professionista – è considerata imprenditrice). Perciò abbiamo posto una serie di domande all’interno del questionario che riguardava il lavoro autonomo e imprenditoriale a partire da quelle sull’avvio di un’attività in proprio, per il quale è necessario investire un capitale, ma spesso anche per portarla avanti. Ci siamo chiesti se l’essere donna poteva rappresentare un ulteriore ostacolo da superare nei casi in cui ci si rivolgeva a un istituto bancario o se ci fossero dei bandi ai quali il mondo femminile potesse partecipare con meno facilità. Alle volte infatti anche la scelta, da parte delle istituzioni, di quali attività finanziare mediante un bando pubblico può rappresentare motivo di disparità di accesso.
La serie completa di domande, risposte e grafici è rinvenibile nel report allegato in calce.
Sicurezza e spostamenti da e per il luogo di lavoro
Le domande che hanno riscontrato maggior numero di risposte? Quelle sulla sicurezza e sui mezzi di trasporto. Abbiamo toccato a quanto sembra un nervo scoperto. Spostarsi in città è un indicatore ancora non preso in sufficiente considerazione ma che invece ha un fortissimo impatto sul lavoro delle donne in affari a Roma ed è collegato alla loro sicurezza e percezione della sicurezza.
La serie completa di domande, risposte e grafici è rinvenibile nel report allegato in calce.
L’ambiente di lavoro e il clima lavorativo in generale
Sono molte le domande che riguardano i vari ambiti che compongono l’ambiente di lavoro in senso lato e le abbiamo poste dando alle volontarie la possibilità di dire la propria anche a livello di suggerimenti poiché il nostro scopo non era ovviamente quello di dare la stura a una serie di lamentele ma di fornire proposte ai decisori politici affinché tengano in considerazione le necessità di chi, giorno dopo giorno, lavora all’interno della capitale d’Italia, la città più popolosa d’Europa e quella con il maggior numero di cittadine. Di conseguenza invitiamo a leggere i risultati della ricerca nel report allegato: RISULTATO INDAGINE E ANALISI DATI QUESTIONARIO DONNE LAVORATRICI E IMPRENDITRICI ROMANE .