Lavoro Opportunità

Esoneri contributivi e agevolazioni per chi assume

Dal dossier Inps sulle misure per le aziende che assumono, le informazioni relative ad esoneri contributivi e agevolazioni per chi assume donne

Esoneri contributivi e agevolazioni all’occupazione fanno parte delle politiche avviate dal Parlamento negli ultimi anni. Questa attività di sostegno alle aziende che intendono assumere proseguirà anche per il prossimo anno e per questo dal dossier dell’Inps abbiamo estrapolato le informazioni relative alle agevolazioni dirette alle aziende che intendono assumere donne.

Gli incentivi alle assunzioni, una premessa
I dati riguardanti esoneri contributivi e agevolazioni all’occupazione indicano che dal 2012 al 2014 l’ammontare degli incentivi alle assunzioni – senza considerare quelli relativi all’apprendistato – è stato di poco superiore ai 2 miliardi di euro; la cifra è quadruplicata tra il 2016 e il 2017, passando a più di 9 miliardi; nel 2019 e nel 2020 si è registrata un’inversione di tendenza, con stanziamenti fra i 3 e i 4 miliardi di euro, per poi ritornare – con il biennio 2020-2021 – intorno agli 8 miliardi, in forza delle agevolazioni legate alla pandemia.
Anche per il 2023 si intende proseguire su questa strada, considerando che gli esoneri contributivi hanno costituito una delle principali leve per sostenere le imprese durante l’emergenza Covid-19 e che, a causa anche delle conseguenze causate sia dall’epidemia di Covid sia dal conflitto russo-ucraino, le imprese hanno bisogno di un sostegno per potersi permettere di aumentare la propria forza lavoro. Così le ultime Leggi di Bilancio, il “Decreto aiuti bis”, il “Decreto sostegni” e il “Decreto Energia”, norme varate nel 2022, hanno previsto, per i datori di lavoro, un piano di esoneri contributivi previdenziali e di bonus per l’assunzione di diversi profili, attualmente “svantaggiati” nel mercato del lavoro.

Le novità della prossima Legge di Bilancio
Fra le novità della prossima Legge di Bilancio dovrebbero figurare la proroga dell’esonero giovani under 36 e dell’esonero disposto per lavoratrici svantaggiate, in relazione alle assunzioni effettuate nell’anno 2023 (misure entrambe subordinate alla preventiva autorizzazione della Commissione Europea). Inoltre la Legge di Bilancio attualmente in discussione contiene la misura di un esonero contributivo del 100% per i datori di lavoro che assumono con contratto di lavoro a tempo indeterminato soggetti beneficiari del Reddito di Cittadinanza, per un periodo massimo di dodici mesi e nel limite massimo di importo pari a 6.000 euro annui (esonero applicabile anche in caso di trasformazione a tempo indeterminato di contratti a termine). E, ancora, per il periodo di paga dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, il Governo lavora all’estensione dell’esonero introdotto dalla legge di Bilancio 2022 sulla quota di contributi previdenziali (Invalidità, vecchiaia e superstiti) a carico del lavoratore, nella misura del 2% o del 3% a seconda che le retribuzioni mensili siano superiori o inferiori ai 1.538 euro mensili.

Esoneri contributivi e agevolazioni per chi assume donne
Come sappiamo nel biennio 2021-2022 ai datori di lavoro privati che hanno assunto lavoratrici svantaggiate, ovvero donne disoccupate da almeno 12 mesi o da almeno 6 mesi se residenti in particolari regioni, è stato riconosciuto un esonero contributivo del 100% fino a 6.000 euro l’anno.
Anche per il prossimo anno si prevede di ripetere l’operazione con le seguenti modalità: chi assumerà nel 2023 “lavoratrici svantaggiate”, sia a tempo determinato (per 12 mesi) che a tempo indeterminato (fino a 18 mesi), avrà un esonero nella del 100% dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Inail, ferma restando l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche, entro il limite di 6.000 euro annui. In particolare, il cd. ‘bonus assunzione donne’ stabilisce uno sgravio contributivo per il datore di lavoro (con esclusione dei lavoratori domestici) in caso di assunzione di donne:

  • prive di impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi se residenti nelle regioni ammissibili ai finanziamenti nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione Europea (ad esempio Calabria, Puglia, Sicilia, Campania, Basilicata); o per una professione o in un settore economico caratterizzati da una accentuata disparità occupazionale di genere, superiore al 25% (individuate di anno in anno con apposito decreto dai ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali e da quello dell’Economia e delle Finanze);
  • prive di impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, ovunque residenti;
  • disoccupate da oltre 12 mesi con almeno 50 anni di età, ovunque residenti, nel tal caso il beneficio per il datore è una riduzione del 50% dell’aliquota contributiva a suo carico, per un periodo variabile a seconda del tipo di contratto stipulato. Nel dettaglio, l’agevolazione sarà per 12 mesi in caso di assunzione con contratto a tempo determinato e per 18 mesi in caso di assunzione con contratto a tempo indeterminato o di trasformazione di contratto da tempo determinato a tempo indeterminato.

Madri lavoratrici
C’è tempo solo fino al 31 dicembre di quest’anno per approfittare del particolare sostegno all’assunzione di madri lavoratrici in quanto allo stato attuale non è stata contemplata la conferma di questa misura attuata in via sperimentale nel 2022. L’esonero contributivo per le madri è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2022 e consiste in uno sgravio sui contributi a carico delle lavoratrici madri dipendenti di datori di lavoro privati, anche non imprenditori, compresi quelli appartenenti al settore agricolo. Lo sgravio è valido per tutti i rapporti di lavoro (determinato, indeterminato, intermittente, part-time, domestico, apprendistato, somministrazione) e consiste in un esonero parziale (del 50%) dei contributi previdenziali per 12 mesi a partire dalla data del rientro effettivo sul posto di lavoro della lavoratrice al termine del periodo di maternità obbligatoria (o anche dal periodo di interdizione post partum esteso). Affinché venga riconosciuto l’esonero è necessario sempre che il rientro al lavoro avvenga nel corso del 2022.

Assunzioni di under 36
Tra gli esoneri contributivi e agevolazioni per chi assume di cui invece si prevede il protrarsi anche per l’anno 2023, c’è quella per le assunzioni di donne e uomini fino ai 36 anni di età. Il disegno di legge di Bilancio 2023 prevede, per le assunzioni effettuate l’anno prossimo, la proroga dell’esonero contributivo del 100% dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro per un periodo massimo di 36 mesi, nel limite di 6.000 euro annui. L’esonero è riconosciuto per un periodo massimo di 48 mesi ai datori di lavoro privati che effettuino assunzioni in una sede o unità produttiva ubicata nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, puglia, Calabria e Sardegna. Lo stesso si applica anche alle assunzioni effettuate con contratto di apprendistato ai sensi del d.lgs 81/2015. Il diritto allo sgravio è previsto per i datori di lavoro che non abbiano proceduto nei 12 mesi precedenti l’assunzione, né procedano nei 12 mesi successivi alla stessa, a licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo o a licenziamenti collettivi nei confronti di lavoratori inquadrati con la medesima qualifica nella stessa unità produttiva.
L’Inps ricorda che l’esonero strutturale giovani (L. 205/2017) prevede lo sgravio contributivo del 50% con il limite di 3.000 euro annui per i tre anni successivi all’assunzione a tempo indeterminato di un giovane fino a 30 anni di età (solo per il triennio 2018-2020 l’età è elevata a 35 anni), incentivo riconosciuto a condizione che il lavoratore non abbia avuto contratti a tempo indeterminato precedentemente all’assunzione.

Esoneri per i dipendenti a basso reddito
Il Decreto Aiuti bis ha previsto un aumento dell’1,2% dell’esonero sulla quota di contributi previdenziali (Invalidità, vecchiaia e superstiti), portandolo dall’originario 0,8% (previsto dalla Legge di Bilancio 2022 per i mesi da gennaio a giugno 2022), al 2% per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2022, per far fronte alla complicata situazione dell’economia e all’aumento dell’inflazione. Per godere dell’esonero contributivo, riconosciuto automaticamente in busta paga ai lavoratori dipendenti dai datori di lavoro, bisogna avere una retribuzione imponibile mensile che non superi i 2.692 euro, su 13 mensilità, e quindi una retribuzione annua lorda inferiore a circa 35mila euro. Il disegno di Legge di Bilancio 2023 conferma l’esonero al 2% per i periodi di paga dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023 (con retribuzione imponibile inferiore a 2.692 euro) e lo incrementa di un ulteriore punto percentuale, portandolo al 3%, quando la retribuzione imponibile non supera le 1.538 euro al mese.

Modifica delle norme sulle prestazioni occasionali
Donne e uomini che lavorano nel settore agricolo avranno diritto anche nel 2023 a particolari esoneri contributivi e agevolazioni, con alcune modifiche rispetto agli anni precedenti. Il disegno di legge di Bilancio 2023 modifica infatti la disciplina delle prestazioni occasionali, elevando da 5.000 a 10.000 euro il limite dei compensi complessivi erogabili per prestazioni occasionali posto agli utilizzatori, con riferimento, alla totalità dei prestatori. Le aziende del settore agricolo potranno utilizzare – per un periodo non superiore a 45 giorni nel corso dell’anno solare – prestazioni di lavoro occasionale nell’ambito delle attività agricole di carattere stagionale, qualora abbiano alle proprie dipendenze fino a 10 lavoratori subordinati a tempo indeterminato. Viene, dunque, eliminato nel settore agricolo il riferimento al Contratto di prestazione occasionale (CPO) esclusivamente per le attività lavorative rese da pensionati, studenti con meno di 25 anni di età, disoccupati, percettori di prestazioni integrative del salario, di reddito di inclusione o di altre prestazioni di sostegno del reddito. Inoltre è abrogato il comma 8-bis dell’art. 54-bis in base al quale, per prestazioni da rendere a favore di imprese del settore agricolo, il prestatore è tenuto ad autocertificare, tramite piattaforma informatica, di non essere stato iscritto nell’anno precedente negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli.

Si prevede il divieto al ricorso al contratto di prestazione occasionale per gli utilizzatori che hanno alle proprie dipendenze più di dieci (anziché più di cinque) lavoratori subordinati a tempo indeterminato. Sono abrogate, altresì, le limitazioni relative alle aziende alberghiere e alle strutture ricettive operanti nel settore turistico, consentendo l’utilizzo dei CPO alle predette aziende che occupino fino a 10 lavoratori ed eliminando il limite delle categorie dei prestatori utilizzabili sopra riportati (pensionati, disoccupati, studenti, percettori di ammortizzatori sociali).

La rimodulazione di Decontribuzione Sud
Esoneri contributivi e agevolazioni previste per i datori di lavoro del settore privato (esclusi settore agricolo e lavoro domestico) dalla Legge di Bilancio 2021 fino al 31 dicembre 2029, per chi ha sede di lavoro (operativa) in regioni svantaggiate (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia) sono stati rimodulati.
Premesso che l’esonero contributivo parziale è concesso per i rapporti di lavoro attivi nelle regioni svantaggiate; per i lavoratori marittimi componenti l’equipaggio di navi iscritte nei compartimenti marittimi ubicati nei territori del Mezzogiorno; per i lavoratori somministrati impiegati in un’azienda con sede nelle regioni agevolate del Sud, anche se l’agenzia di somministrazione (titolare del rapporto di lavoro) ha sede in altra regione, l’esonero risulta così rimodulato:

  • 30% fino al 31 dicembre 2025;
  • 20% per gli anni 2026 e 2027;
  • 10% per gli anni 2028 e 2029.

L’esonero non prevede un limite individuale di importo; si applica quindi sulla percentuale della contribuzione datoriale prevista, senza individuazione di un tetto massimo mensile e resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.

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