Lavoro Mestieri e professioni

Il lavoro domestico, le badanti, il nuovo welfare

Presentato il 1° paper “Il lavoro domestico. Una risorsa per il nuovo welfare” realizzato dal Censis, una ricerca condotta per Assindatcolf

Un nuovo welfare è quello richiesto dalle famiglie coinvolte nella ricerca del Censis secondo la quale, per far fronte al caro retribuzioni badanti scattato da gennaio per effetto dell’inflazione, le famiglie datrici di lavoro domestico chiedono incentivi alle assunzioni per ridurne il costo, preferendo una prestazione universale dedicata alla non autosufficienza maggiorata in caso di personale regolarmente assunto.

L’incremento degli stipendi delle badanti
Con l’aumento dell’inflazione (a gennaio 2023 +9,2% i minimi retributivi delle badanti) il costo per la gestione degli anziani e dei non autosufficienti rischia di diventare insostenibile: così la pensa il 59% delle famiglie (quasi 6 famiglie datrici di lavoro domestico su 10) associate ad Assindatcolf, a cui è stato somministrato un questionario tra dicembre 2022 e gennaio 2023. A motivare l’insostenibilità della spesa per le prestazioni di una badante vi sono ragioni che rimandano soprattutto al crescente bisogno di assistenza e all’indisponibilità futura di risorse avendo già usufruito dei propri risparmi per mantenere il livello di assistenza attuale e necessario.

La presentazione dello studio
Lo studio “Il lavoro domestico. Una risorsa per il nuovo welfare”, realizzato dal Censis per Assindatcolf (l’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico), è il primo capitolo del Rapporto 2023 Family (Net)Work-Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico, il nuovo progetto editoriale promosso da Assindatcolf con la partnership di Censis, Effe (European Federation for Family Employment & Home Care), Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e Centro Studi e Ricerche Idos. Questo 1° paper del Family (Net)work (https://www.censis.it/sites/default/files/downloads/primo%20paper%20censis%20assindatcolf.pdf)  è stato presentato oggi, 16 febbraio 2023, da Andrea Toma, responsabile dell’area Economia, Lavoro e Territorio del Censis, e discusso da Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, Alessandra Locatelli, Ministro per le Disabilità, Aude Boisseuil, Delegato generale Effe (European Federation for Family Employment & Home Care), Ester Dini, responsabile Ufficio studi Consulenti del Lavoro, Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e ricerche Idos, Alessandro Lupi, vicepresidente Assindatcolf, e Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis.

Un nuovo welfare suggerito dalle famiglie
Nella scala di priorità degli strumenti più urgenti da adottare nell’ambito della tutela della non autosufficienza, le famiglie posizionano al primo posto la previsione di incentivi all’assunzione per ridurre il costo che si deve sostenere per la badante. Segue, al secondo posto, la promozione di interventi di sanità preventiva presso il domicilio delle persone anziane. Al terzo posto, il miglioramento dell’invecchiamento attivo, con la predisposizione di accessi facilitati ai servizi sanitari e sociali. Interpellate sui nuovi strumenti di tutela previsti nel disegno di legge delega in favore delle persone anziane, 8 famiglie su 10 (l’82,9%) ha dichiarato di preferire una prestazione universale in denaro commisurata all’effettivo fabbisogno assistenziale, con la previsione di una maggiorazione in presenza di personale domestico regolarmente assunto, rispetto all’importo dell’attuale indennità di accompagnamento senza vincoli di utilizzo, scelto solo dal 17,1% degli intervistati.

Un futuro problematico
Oltre allo stato d’animo delle famiglie nell’attuale congiuntura, lo studio affronta anche questioni di portata più generale, come l’invecchiamento della popolazione e le prestazioni irregolari nel lavoro domestico. In Italia l’età media passerà dagli attuali 45,9 anni a 49,6 anni nel 2040, fino a superare i 50 anni dopo il 2050. Sono poco più di 14 milioni le persone con almeno 65 anni e circa 3 milioni le persone con gravi limitazioni nelle attività svolte abitualmente. Nella logica di un nuovo welfare rispetto ai cambiamenti demografici non può rimanere escluso l’annoso problema del lavoro domestico irregolare che, secondo lo studio, nell’anno 2020 ha registrato un tasso di irregolarità pari al 52,3% per gli occupati e del 54% se si prendono in considerazione le posizioni lavorative.

“Alla soluzione di queste criticità si confida possano, almeno in parte, rispondere alcuni provvedimenti presi di recente come il Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso, il Family Act” ha detto Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, “ma, soprattutto, il Disegno di Legge delega in materia di politiche in favore delle persone anziane, attualmente all’esame del Parlamento. Il nostro auspicio è che nella stesura definitiva della legge – e successivamente nell’adozione dei decreti delegati – possano essere recepite le indicazioni che arrivano direttamente dalle famiglie, oramai consapevoli di come la gestione della non autosufficienza non possa più essere affidata a soluzioni precarie, provvisorie o fai da te. Al contrario, servono aiuti concreti che rendano sostenibile la spesa e, allo stesso tempo, facciano emergere il lavoro irregolare”.

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