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Aziende agrituristiche in Italia, il Report Istat

Diffuso a gennaio 2024 il report dell’Istat sulle aziende agrituristiche in Italia, trend in aumento con imprese femminili soprattutto al Sud

Le aziende agrituristiche in Italia sono in costante aumento: dal 2004 al 2023 il loro numero è cresciuto in media del 3,8%. Nel 2004 le aziende agrituristiche erano circa 14mila, oggi il loro numero è quasi raddoppiato.

Il report Istat
Secondo i dati dell’Istat (rilevazioni effettuate fino a tutto il 2022), le aziende agrituristiche in Italia sono 25.849 (+1,8% rispetto al 2021); la crescita maggiore si verifica nel Nord-ovest (+2,7%) e nel Nord-est (+2,4%). La regione con il tasso più alto di nuovi agriturismi aperti è la Toscana (+30%), mentre quella con il più basso numero di nuove aziende agrituristiche aperte è la Sicilia (+10%). In ogni caso si tratta di numeri alti. In aumento anche la presenza delle imprenditrici del comparto, che sono giunte a rappresentare più di un terzo di tutti i conduttori di aziende agrituristiche in Italia.

La tipologia di offerta agrituristica
Degustazione, alloggio e ristorazione rappresentano il core dell’offerta economica. Le strutture con il servizio di degustazione sono aumentate in questi anni in media del 4,5%, un risultato probabilmente dovuto anche alla connessione del settore agrituristico con quello dei prodotti di qualità DOP e IGP. Il tasso medio anno di crescita dell’offerta di degustazione è maggiore al Nord-est e nelle Isole e per entrambe le macroaree è del 6%. La crescita della ristorazione è maggiore nel Centro (5,3%) e quella dell’alloggio è più alta nel Nord-ovest (4,5%) e nelle Isole (4,1%).
Nello stesso arco temporale sono cresciute anche le aziende con alloggio e ristorazione (rispettivamente in media del 3,4% e del 3,2%).

La performance economica
La positiva performance economica e la crescente diffusione territoriale sono due indicatori del successo e della solidità delle aziende agrituristiche in Italia. Il valore della produzione agrituristica è di 1,5 miliardi di euro, triplicata dal 2004 e cresciuta nel 2022 rispetto al 2022 del 32,5% nel Nord-Est, del 30,5% nel Nord-Ovest, del 30,5% nel Mezzogiorno e del 28,4% nel Centro Italia. Il valore della produzione degli agriturismi contribuisce per il 4,4% alla formazione del valore economico dell’intero settore agricolo, sul quale gli agriturismi incidono per poco più del 2,3%. Ma la sua crescita media è superiore a quella dell’agricoltura: un valore economico che cresce in media del 4,2% all’anno mentre, per un confronto che aiuti la comprensione della dinamica positiva, nello stesso arco temporale il tasso medio anno di crescita del comparto agricolo è dello 0,51%.

I divari territoriali
Il 76,8% dell’intero valore economico è prodotto dalle aziende del Nord-Est e del Centro, con quote rispettivamente pari al 39,9% e al 36,9%. Ben al di sotto si posizionano il Nord-ovest (11%), il Sud (9,9%) e le Isole (2,3%). Questo divario territoriale, tuttavia, è bilanciato da una crescita omogenea in tutte le macroaree geografiche che, rispetto allo scorso anno, è del 32,5% per il Nord-est, del 30,5% per il Nord-ovest, il Sud e le Isole e del 28,4% per il Centro. Sotto l’aspetto della diffusione territoriale, va anche segnalato che, se nel 2004 i Comuni che ospitavano almeno un agriturismo (Comuni agrituristici) erano 3.352, tra il 2004-2022 si sono aggiunti 1.677 nuovi Comuni “agrituristici”, portando il totale a 5.029 Comuni (quasi il 64% dei Comuni italiani).
Il tasso medio annuo di variazione della diffusione territoriale è del 2,2% e raggiunge il 3,8% al Nord-ovest, mentre per tutte le altre macroaree varia tra l’1,7% del Centro e l’1,4% del Nord-est.
A livello regionale l’aumento maggiore delle aziende agrituristiche, rispetto allo scorso anno, è in Liguria (+6,6%), Toscana (+4,7%) e in Trentino-Alto Adige/Südtirol (+4,2%). Oltre il 53% delle strutture agrituristiche si localizzano nelle aree collinari, il 31% in quelle montane e il 16% in pianura.

Imprenditoria femminile negli agriturismi
Le donne alla guida delle aziende agrituristiche in Italia sono oltre 8.800 (34,1%) e sono in leggero aumento rispetto allo scorso anno (+0,7%). La quota maggiore di conduttrici è al Sud (46,6%) con valori che sfiorano il 50% in Basilicata, in Campania (48%) e Calabria (47%). Nel Centro sono il 36%, con il Lazio e l’Umbria entrambi al 45% e, a livelli più contenuti, e la Toscana al 31%. Pressoché simile la quota di conduttrici nelle Isole (36%) e nel Nord-ovest (36%), dove primeggia la Liguria con il 50% di aziende guidate da donne.
L’indice di prevalenza di genere (aziende con conduttore/aziende con conduttrice) segnala una maggiore propensione all’imprenditoria femminile in Basilicata (100 maschi ogni 96 donne), Liguria (105 maschi ogni 100 donne), Campania (110 maschi ogni 100 donne). Mentre è decisamente bassa nel Trentino-Alto Adige/Südtirol (6 maschi ogni donna), Piemonte (4 maschi ogni donna) e Friuli-Venezia Giulia (tre maschi ogni donna).

Sempre più giovani i titolari di agriturismi
L’età media degli imprenditori è di poco inferiore a 50 anni (era di 55,6 anni nel 2004) ed è pressoché uguale per gli uomini e le donne ma il periodo 2004-2022 è connotato da una progressiva riduzione dell’età media del conduttore, confermando la crescente attrattività del settore per i giovani. I conduttori con meno di 40 anni sono il 34% (erano appena il 4,1% nel 2004), quelli tra 40 e 50 anni sono il 20% (erano il 3,5% nel 2004), quelli tra 51 e 64 anni sono il 40,2% (erano il 17,2% nel 2004) e infine, dato molto significativo, la contrazione dei gestori con più di 64 anni, che passa dal 78,7% del 2004 al 25,8%. Rispetto alle macroaree geografiche, la percentuale più alta di conduttori con più di 64 anni è nel Centro (34,1%), quella dei conduttori tra 51 e 61 anni nel Nord-ovest (44,65), mentre sono nel Nord-est le aziende gestite da imprenditori con meno di 40 anni (23,1%).

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