Lavoro Mestieri e professioni

La fuga all’estero dei medici italiani

Il fenomeno della “fuga dei cervelli” coinvolge anche i medici italiani. Lo denuncia l’Ordine dei medici specificando che già in 14mila sono andati all’estero

Il presidente dell’OMCeO (Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) provinciale di Roma, Antonio Magi, fa un appello alla politica perché cerchi di mantenere le risorse professionali, ovvero i medici italiani, all’interno del Paese: “Abbiamo perso 14mila medici che sono andati a lavorare all’estero perché non hanno trovato una posizione soddisfacente nel Servizio sanitario nazionale”.

Un problema di risorse umane
“Il territorio è fatto di medici di medicina generale, specialisti ambulatoriali e pediatri di libera scelta. Abbiamo però un problema di risorse umane: in questo momento dobbiamo fare i conti con una carenza di medici di medicina generale” spiega il presidente Magi in un’intervista rilasciata all’agenzia Dire. “Ecco perché dobbiamo rendere maggiormente attrattivo il Servizio sanitario nazionale ai medici che si stanno specializzando, a quelli che si stanno formando, sia per la medicina generale che per gli specialisti sul territorio che per gli specialisti dell’ospedale”.

I motivi che spingono i medici italiani a lasciare il SSN
Retribuzioni scarse e troppa burocrazia spingono i medici italiani a cercare lavoro nel privato o ad andare all’estero. “Rispetto a quelli di tutta Europa, i nostri stipendi occupano il terzultimo posto, sono più alti solo di quelli del Portogallo e della Grecia. La quart’ultima nazione europea è la Spagna, che però sullo stipendio lordo dà ai medici circa 35mila euro in più all’anno” sottolinea Magi secondo il quale basterebbe migliorare l’organizzazione facendo lavorare i medici italiani con meno burocrazia e cercando di avere gli organici al completo, senza dimenticare le retribuzioni. Attivarsi in tal senso farebbe sì che anche le famigerate liste d’attesa si possano ridurre: le liste d’attesa “non si formano soltanto in ospedale ma, soprattutto, sul territorio. Non avendo specialisti – quindi non potendo contare su un’offerta specialistica sul territorio – ovviamente le persone non riescono a prenotare appuntamenti nelle Asl nei tempi dovuti e sono costrette a fare ricorso agli ospedali, ai Pronto soccorso, luoghi nei quali si crea poi un grande intasamento. Se non potenziamo una specialistica territoriale, continueremo ad avere lunghe liste d’attesa” conclude il presidente dell’OMCeO Roma.

Per quanto concerne il lavoro dei medici italiani, sul sito web dell’Ordine provinciale di Roma c’è una pagina dedicata alle offerte e richieste di lavoro, dove sono indicati anche i concorsi pubblici che possono interessare l’ambito medico: https://www1.ordinemediciroma.it/offerte-e-richieste-di-lavoro.html

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