Studi e ricerche

Il discorso di Barroso – stato dell’Unione Europea

sessione plenaria Parlamento Europeo

Signor Presidente,
Onorevoli parlamentari,

Per realizzare una profonda e autentica unione economica e monetaria, un’unione politica, con una politica estera e una politica di difesa coerenti, è necessario, in fin dei conti, che l’Unione europea evolva.
Non dobbiamo aver paura delle parole: dobbiamo muovere verso una federazione di Stati nazione. È di questo che abbiamo bisogno, è questo il nostro orizzonte politico, l’idea a cui deve ispirarsi il nostro lavoro nei prossimi anni.

Oggi lancio il mio appello a favore di una federazione di Stati nazione: non un superstato, ma una federazione democratica di Stati nazione in grado di affrontare i problemi comuni grazie a una sovranità condivisa, che permetta a ciascun paese e a ciascun cittadino di controllare meglio il proprio destino. Si tratta di un’Unione con gli Stati membri, non contro gli Stati membri. Nell’era della globalizzazione, mettere in comune la sovranità aumenta il potere, non lo diminuisce.

Ho parlato volutamente di federazione di Stati nazione perché in questa epoca turbolenta, in questi tempi di ansia, non dovremmo lasciare la difesa della nazione in mano ai nazionalisti e ai populisti. Credo in un’Europa in cui ogni cittadino sia fiero della sua nazione, ma anche fiero di essere europeo e dei valori europei.
Per creare questa federazione di Stati nazionali, sarà necessario alla fine un nuovo trattato.
Non lo dico a cuor leggero: sappiamo tutti quanto è diventato difficile modificare un trattato, e con quanta accuratezza debba essere preparato questo cambiamento.
Le discussioni sulla modifica dei trattati non devono distrarci da quello che può e deve essere fatto già oggi, né rallentare la nostra azione.
Una profonda e autentica unione economica e monetaria può essere avviata sulla base degli attuali trattati, ma può essere completata soltanto se li modifichiamo. Quindi, cominciamo subito ma teniamo presente nelle nostre decisioni odierne l’orizzonte futuro.

Non dobbiamo partire dalla modifica dei trattati, dobbiamo anzitutto identificare le politiche di cui abbiamo bisogno e gli strumenti per realizzarle; soltanto allora potremo decidere quali strumenti ci mancano e in che modo rimediare a queste carenze.
In seguito occorre lanciare un ampio dibattito in tutta Europa, che si svolga prima che siano convocate una convenzione e una conferenza intergovernativa: un dibattito di dimensioni autenticamente europee.

Sono finiti i tempi in cui l’integrazione europea poteva realizzarsi per implicito consenso dei cittadini. L’Europa non può essere tecnocratica o burocratica, e neanche diplomatica, ma dev’essere sempre più democratica. Il ruolo del Parlamento europeo è essenziale, ed è per questo che le elezioni europee del 2014 possono essere così decisive.

Prima delle prossime elezioni del Parlamento europeo del 2014, la Commissione esporrà un proprio progetto della forma che potrebbe avere la futura Unione europea. E presenterà idee esplicite per modificare i trattati, in tempo perché siano discusse.
Enunceremo gli obiettivi da seguire, il modo in cui le istituzioni possono rendere l’Unione europea più aperta e democratica, i poteri e gli strumenti per renderla più efficace e il modello da seguire per trasformarla in un’unione per i popoli europei. Credo che sia necessario un dibattito autentico, e poiché siamo in democrazia il contesto migliore per confrontarsi sul nostro futuro e sui nostri obiettivi è proprio quello delle elezioni europee.

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